Senape

470 592 Ambiente e Biodiversità
  • 3

Nome comune: senape
Specie: Sinapis spp. L.
Famiglia: BRASSICACEAE

In generale: le senapi sono piante erbacee annuali, diffusamente coltivate e spesso inselvatichite.

Nome comune: senape bianca
Specie: Sinapis alba L.
Famiglia:  BRASSICACEAE

La senape bianca è coltivata in tutta Europa come pianta oleosa.

  • Ha fiori gialli.
  • Le foglie caulinari superiori sono picciolate, da pennato-divise a pennatosette.
  • Le silique (cioè i frutti contenenti i semi, simili a baccelli di fagiolo o pisello) hanno setole rigide e lungo becco appiattito.
  • I semi sono di colore da giallo chiaro a biancastro.

Nome comune: senape selvatica
Specie: Sinapis arvensis L.
Famiglia:  BRASSICACEAE

La senape selvatica è una pianta erbacea alta fino a 60 cm circa.

  • Ha fiori gialli.
  • I fusti si presentano con setole ruvide, specialmente in basso.
  • Le foglie superiori generalmente sono intere e sessili, mentre le foglie inferiori sono incise e picciolate.
  • Le silique sono corte e cilindriche, poco strozzate tra i semi, generalmente glabre.
  • I semi sono sferici, lisci, di colore marrone scuro.

La senape, contrariamente al raperonzolo che tende ad abbassare i sepali, tende ad alzarli.

Nome comune:  senape nera, cavolo senape nera
Specie: Brassica nigra (L.) W.D.J. Koch
Famiglia:  BRASSICACEAE

Tossicità

I semi delle senapi contengono dei glicosidi che mischiati all’acqua (compresa quella presente nella saliva) liberano un alcaloide, la sinapina.
Per questo un uso indiscriminato dei semi di senape può causare problemi gastrointestinali anche gravi.
L’utilizzo esterno, inoltre, può provocare dermatiti e infiammazioni cutanee, anche con gonfiori e vescichette.

Curiosità

In passato gli impiastri di senape sono stati utilizzati nella medicina popolare contro le infiammazioni.
Dai semi delle senapi si ottiene la così detta “senape”, condimento conosciutissimo costituito da un miscuglio di semi di senape, solitamente bianca e nera, con aceto, curcuma, paprika, sale, zucchero e altre spezie.

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Sinapis alba

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Senape bianca
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi II
OrdineBrassicales
FamigliaBrassicaceae
GenereSinapis
SpecieS. alba
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCapparales
FamigliaBrassicaceae
GenereSinapis
SpecieS. alba
Nomenclatura binomiale
Sinapis alba
L., 1753

La senape bianca (Sinapis alba L., 1753) è una pianta annuale della famiglia Brassicaceae.[1] Coltivata per i suoi semi, come foraggio e come sovescio per migliorare la fertilità dei terreni, è oggi diffusa in tutto il mondo, sebbene sia originaria probabilmente del bacino del Mediterraneo.

Descrizione

È una pianta annuale che cresce fino a un'altezza di 70 cm; le foglie sono pennate, simili a quelle della Sinapis arvensis. I fiori gialli della senape producono silique pelose, che contengono di solito una mezza dozzina di semi, con diametro di 1 - 1,5 mm, di colore variabile dal beige al giallo al marrone chiaro.

Utilizzo in cucina

I semi possono essere usati interi come sottaceto o tostati per condire pietanze. Quando sono macinati e mescolati con altri ingredienti, si produce una pasta o la nota salsa di senape.[2]

I semi contengono sinalbina, un tioglicoside responsabile del loro sapore pungente. La senape gialla ha una piccola quantità di oli volatili e il gusto è più leggero di quello dei semi di senape nera.[3][4]

In Grecia e in Sicilia le foglie della pianta vengono consumate durante l'inverno, prima della fioritura primaverile; i greci le chiamano vrouva (βρούβα) o lapsana (λαψάνα).

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ (EN) Sinapis alba L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  2. ^ David T. Balke and Levente L. Diosady, Rapid aqueous extraction of mucilage from whole white mustard seed, Food Research International, June 2000, 33 (5): pp. 347-356.
  3. ^ S. H. Tan, Extraction and residual antinutritional components in protein fractions of Sinapis alba and Brassica napus oil-free meals, in 17th Australian Research Assembly on Brassicas (ARAB). Wagga Wagga, NSW, 2011, pp. 107.
  4. ^ S. Garland, The Complete Book of Herbs & Spices: An Illustrated Guide to Growing and Using Culinary, Aromatic, Cosmetic and Medicinal Plants, Frances Lincoln Limited, Rydalmere, NSW, Australia, 1993, ISBN 978-0340584699.

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    Sinapis arvensis

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    Senape selvatica
    Sinapis arvensis
    Classificazione APG IV
    DominioEukaryota
    RegnoPlantae
    (clade)Angiosperme
    (clade)Mesangiosperme
    (clade)Eudicotiledoni
    (clade)Eudicotiledoni centrali
    (clade)Superrosidi
    (clade)Rosidi
    (clade)Eurosidi
    (clade)Eurosidi II
    OrdineBrassicales
    FamigliaBrassicaceae
    GenereSinapis
    SpecieS. arvensis
    Classificazione Cronquist
    DominioEukaryota
    RegnoPlantae
    DivisioneMagnoliophyta
    ClasseMagnoliopsida
    OrdineCapparales
    FamigliaBrassicaceae
    GenereSinapis
    SpecieS. arvensis
    Nomenclatura binomiale
    Sinapis arvensis
    L., 1753
    Sinonimi

    Brassica arvensis
    Rabenh.
    Brassica kaber
    (DC.) L.C. Wheeler
    Brassica sinapistrum
    Boiss.
    Sinapis orientalis
    L.
    Sinapis schkuhriana
    Rchb.

    La senape selvatica (Sinapis arvensis L., 1753) è una pianta erbacea, annuale, della famiglia delle Brassicacee.[1]

    Distribuzione e habitat

    Originaria del bacino del Mediterraneo, è diffusa in tutte le regioni temperate del pianeta e considerata invasiva in alcune zone del Nord America; in Italia cresce nei campi e nei ruderati, dai 0 ai 1400 m s.l.m.

    Descrizione

    Radice

    Corta, gracile, e di colore marrone.

    Fusto

    Pianta con fusto eretto o ascendente, mediamente alto dai 20 cm ai 100 cm, ma in condizioni ottimali può superare il metro; pubescente o scarsamente pubescente con peli irsuti o ispidi soprattutto alla base; ramoso, striato.

    Foglie

    Le foglie sono picciolate con lunghezza di 1–4 cm; le basali hanno lembo oblungo, sono ovali, lanceolate, lirate, pinnafite o indivise e dentate, larghe 2–5 cm lunghe 4–18 cm;il lobo terminale è ampiamente ovato o obovato, di forma ellittica, con margine dentato; i lobi laterali sono da 1 a 4. Le foglie caulinari sono poco picciolate con lamina fogliare ovata o lanceolata spesso indivisa, margine dentato o subdentato e apice acuto.

    Fiore

    L'infiorescenza è un racemo, composto da fiori con sepali gialli o verdi, strettamente oblunghi, lunghi 5–6 mm larghi 1-1,8 mm; petali di colore giallo pallido o più acceso, obovati, larghi 0,9-1,2 cm lunghi 4–6 mm; stami lunghi 4–6 mm, antere oblunghe.

    Frutti

    La siliqua è ascendente o suberetta, per lo più ricurva, picciolata, glabra raramente pubescente, larga 1,5–3 cm, e lunga 2-4,5 cm, contenente mediamente 4-8 semi; le due valve presentano 3-5 venature, sono torulose, erette, con il becco di 0,8-1,2 cm, di forma conica e subulata.

    Semi

    Sono di colore nero-brunastri, globosi, di 1,5–2 mm di diametro, finemente reticolati.

    Corredo genetico

    La senape selvatica ha 18 cromosomi quindi il numero cromosomico è 2n=18

    Varietà

    • Sinapis arvensis var. stricta Celak.
    • Sinapis arvensis var. pinnatifida Stokes
    • Sinapis arvensis var. schkuhriana (Rchb.) Hagenb. 1949
    • Sinapis arvensis var. orientalis (L.) Koch & Ziz.

    Per le varietà schkuhriana e orientalis si ritiene dubbia la suddivisione soprattutto per la presenza di peli ricurvi verso il basso.

    Moltiplicazione

    È principalmente propagata per seme.

    Principi attivi

    I semi contengono glicosidi complessi: la sinalbina e la sinigrina. Le foglie contengono bassi quantitativi di acido ascorbico.

    Usi

    Le foglie della senape selvatica sono commestibili allo stadio giovanile della pianta. Il loro consumo è molto diffuso nella cucina tradizionale di quasi tutte le regioni italiane, dove la pianta prende il nome di senape selvatica, lassana o rapicello.[2] Nell'alimentazione animale, esclusi gli uccelli, i semi sono tossici e causano problemi gastrointestinali soprattutto se consumati in grande quantità.

    Note

    1. ^ (EN) Sinapis arvensis L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 febbraio 2021.
    2. ^ Sinapis arvensis L. subsp. arvensis, su dryades.units.it. URL consultato il 9 settembre 2024.

    Bibliografia

    • Giuseppe Cerutti, Residui, additivi e Contaminanti degli alimenti, Tecniche Nuove, 2006, p. 296, ISBN 978-88-481-1764-7.
    • Sandro Pignatti, La flora D'Italia, vol. 1, Edagricole, 1982, p. 788.
    • (EN) C. Gómez-Campo, Biology of Brassica coenospecies, Elsevier, 1999, p. 489, ISBN 978-88-481-1764-7.

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