Austropotamobius pallipes, gambero di fiume

1024 683 Ambiente e Biodiversità
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Austropotamobius pallipes – Lereboullet, 1858

Descrizione

Il gambero di fiume è un piccolo crostaceo d’acqua dolce, della famiglia degli Astacidi.
Si presenta di colore bruno rossiccio ma anche verde scuro, a volte con sfumature più chiare. Ha corpo tozzo e carapace robusto; può raggiungere le dimensioni di 11–12 cm di lunghezza, per un peso generalmente inferiore a 100 g. I maschi sono più grandi delle femmine.
Si nutre di alghe, piante acquatiche, vermi, molluschi, larve di insetti…
Per vivere questi crostacei necessitano di acque estremamente pulite e ben ossigenate.
Una volta abbondante nei nostri corsi d’acqua, oggi è diventato molto raro per vari motivi. Di seguito indichiamo i principali:

  • la presenza di crostacei alloctoni sfuggiti agli allevamenti, tipo il gambero rosso della Louisiana. Questi non solo tendono ad occupare la stessa nicchia ecologica, ma hanno portato nelle nostre acque malattie sconosciute in grado di decimare le popolazioni del gambero di fiume autoctono
  • il frequente inquinamento delle acque dolci, sia di origine organica, sia inorganica (con i metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici, ai quali il nostro gambero di fiume è particolarmente sensibile)

Ancora una volta dobbiamo riscontrare che l’immissione di specie alloctone si dimostra una pratica errata, perché altera l’equilibrio dell’ecosistema e in ultimo può contribuire alla diffusione di nuove malattie.

Le aree protette, di qualsiasi tipo, possono svolgere un ruolo importante per l’azione di prevenzione e nella lotta alle specie invasive, in quanto ecosistemi complessi e in equilibrio nei quali poter operare con le opportune indagini sulla biosicurezza, e favorire la conservazione della specie europea autoctona. Ricordiamo, infine, che il gambero di fiume europeo è citato nella Direttiva Europea ‘Habitat’, come ‘specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Speciali Aree di Conservazione’.
L’Annesso II richiede anche che gli Stati membri effettuino il monitoraggio della specie autoctona per presentare ogni sei anni un rapporto e confermare che si trovi in ‘status favorevole’ nella sua naturale area di distribuzione.
Nella lista rossa IUCN la specie <em>A. pallipes</em> è ritenuta vulnerabile.

Specie simile

Procambarus clarkii Girard, 1852 – gambero rosso della Louisiana (specie alloctona)

Wikipedia

Austropotamobius pallipes

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Gambero di fiume
Austropotamobius pallipes
Stato di conservazione
In pericolo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumArthropoda
Subphylum
ClasseMalacostraca
OrdineDecapoda
SuperfamigliaAstacoidea
FamigliaAstacidae
GenereAustropotamobius
SpecieA. pallipes
Nomenclatura binomiale
Austropotamobius pallipes
Lereboullet, 1858
Sinonimi

Astacus pallipes, Atlantoastacus orientalis, Atlantoastacus orientalis carinthiacus, Atlantoastacus pallipes rhodanicus, Austropotamobius (Atlanoastacus) pallipes lusitanicus, Austropotamobius (Atlantoastacus) berndhauseri, Austropotamobius italicus carsicus, Austropotamobius pallipes italicus

Il gambero di fiume europeo[1] (Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858) è un piccolo crostaceo d'acqua dolce, della famiglia degli Astacidae.

Descrizione

In molti paesi europei viene soprannominato "Gambero dai piedi bianchi" per la caratteristica colorazione degli arti e del ventre, in contrasto col resto del corpo che si presenta dal bruno rossiccio fino al verde scuro, a volte con tinte più chiare vicine al giallastro.

Particolarmente tozzo e dal carapace robusto, può raggiungere gli 11–12 cm di lunghezza e i 90 g di peso. I maschi sono, quasi sempre, più grandi delle femmine.

Abitudini

Vive nei torrenti e nei ruscelli particolarmente ossigenati.

Preferisce i letti ghiaiosi o sabbiosi, ma dotati di rive in cui siano presenti anfratti e luoghi sicuri, rappresentati spesso da fronde di alberi caduti o foglie, per potersi nascondere e riposare.

Essendo un organismo a sangue freddo, predilige le acque fresche con un optimum vicino ai 15 °C e un range che si discosti di pochi gradi, sopportando al massimo la temperatura di 23 °C.

È un animale tipicamente notturno.

Si nutre di qualunque cosa: dalle alghe alle piante acquatiche, dai vermi ai molluschi, alle larve di insetti.

Si dimostra particolarmente aggressivo nella difesa del suo territorio e nelle lotte sessuali, come dimostrano le catture di esemplari con arti o chele parzialmente o totalmente mutilate.

Riproduzione

L'accoppiamento avviene soprattutto in autunno.

La femmina porta sull'addome per 5-6 mesi le uova fecondate (circa un centinaio), prendendosene cura, ventilandole e pulendole continuamente.

In primavera esse schiudono, ma le piccole larve rimangono ancora per qualche tempo aggrappate al corpo materno.

Predatori

I gamberi di fiume devono sfuggire continuamente a numerosi predatori che, come l'uomo, ne apprezzano le carni.

In particolare, le larve sono spesso oggetto di cattura da parte di altre larve grandi cacciatrici, come quelle dei coleotteri idroadefaghi (che si nutrono in acqua), come i ditiscidi, o quelle delle libellule, anch'esse particolarmente voraci allo stadio larvale, che possono predare persino i piccoli gamberetti.

Tra i pesci vanno ricordati la trota, il persico sole, il persico trota, l'anguilla e il cavedano.

Anche i corvi, oltre a molti uccelli trampolieri, si cibano di questi gamberi.

Diffusione

Esemplare di A. pallipes

La specie è diffusa in Europa (Portogallo, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Svizzera, Italia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Russia e Croazia).

Conservazione

La specie è considerata in pericolo in base ai criteri della IUCN red list.

I fattori che più ne minacciano la sopravvivenza in Italia sono:

  • la presenza di Crostacei esotici (cioè non autoctoni) introdotti dalle attività umane, in particolare sfuggiti ad allevamenti Tali specie in particolare sono: Procambarus clarkii, Orconectes limosus di origine americana e Astacus leptodactylus di origine turco-asiatica. La più pericolosa è la prima.
    La loro presenza ha due effetti:
    • competizione per le risorse
    • introduzione di malattie sconosciute alla specie autoctona e quindi molto meno tollerate. In particolare con i Gamberi "americani" ha fatto la sua comparsa anche il fungo che ha causato un'elevata moria nell'Austropotamobius pallipes
  • altro grave fattore è rappresentato dall'inquinamento organico che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque, rendendo impossibile la presenza del gambero
  • l'inquinamento inorganico dovuto principalmente ai metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici.

La sottospecie italiana Austropotamobius pallipes italicus è a forte rischio di estinzione ed in molte zone non è più stata rintracciata. Ai fattori sopra elencati, si aggiunge quindi un pericoloso frazionamento dell'areale e delle popolazioni che potrebbe portare ad un indebolimento genetico e ad una rapida estinzione in Italia.

La sempre maggiore difficoltà di reperibilità è dovuta soprattutto alle difficoltà di allevamento. Per allevare questi crostacei infatti occorrono acque estremamente pulite, cosa non comune per quanto riguarda i fiumi odierni. Di fatti spesso vengono trovati solo in prossimità di sorgenti d'acqua.

La loro presenza è un indicatore molto attendibile della salubrità e integrità dell'ambiente.

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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    I post dedicati al gambero di fiume e al gambero rosso della Louisiana, qui revisionati e aggiornati, sono stati pubblicati (uniti in un unico articolo) nel  n. 6 della Newsletter dell’Osservatorio per la biodiversità dell’Umbria – Fondazione Villa Fabri (Trevi) a cura di Alvaro Paggi, Tiziana Ravagli

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