Aglais urticae – Vanessa dell’ortica

800 586 Ambiente e Biodiversità
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Aglais urticae – Linnaeus, 1758

Descrizione

Farfalla diurna della famiglia dei Ninfalidi.
È una farfalla abbastanza precoce e in taluni anni con stagioni climatiche particolarmente favorevoli si può iniziare a vedere sin dalla fine di febbraio.
Piuttosto comune nei giardini di tutta Europa, ha come pianta nutrice del bruco l’ortica, da cui deriva il nome specifico.
Il bruco è spinoso e di colore nero e verde: come detto in primavera e in estate vive sull’ortica, per poi racchiudersi in ragnatele setose collettive. Ha due generazioni annuali, con sfarfallamenti in primavera e in tarda estate.

L’ala posteriore presenta un’estesa macchia basale (più vicina al corpo dell’insetto) scura.
Questo elemento, insieme a un minor numero di macchie scure sull’ala anteriore (almeno una in meno), ci consente di distinguere questa specie dalla Nymphalis polychloros – Vanessa multicolore, con la quale può essere confusa.

Specie simili

Nymphalis polychloros – Linnaeus, 1758 – Vanessa multicolore

Farfalla diurna della famiglia dei Ninfalidi.
È una farfalla dalla livrea particolarmente colorata che ricorda quella della vanessa dell’ortica, dalla quale si distingue per l’assenza dell’ampia macchia basale sulle ali posteriori e per il maggiore numero di macchie sulle ali anteriori (almeno una in più).
Quando chiude le ali, si mimetizza sulla corteccia degli alberi per il disegno che ne caratterizza il rovescio.
L’apertura alare è di 5,0-6,5 cm; frequenta i boschi radi, le pianure assolate, i terreni incolti, i prati, i giardini.
Ha una sola generazione annuale. Sverna da farfalla adulta (come tutte le ‘vanesse’): si rifugia tra i cespugli per ripararsi dai rigori dell’inverno e riprende la sua attività con le prime giornate calde tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
Tra le piante nutrici del bruco citiamo gli olmi (Ulmus) e i salici (Salix), ma anche altre latifoglie come pioppi, peri, ciliegi…

Aglais urticae - vanessa dell'ortica
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Aglais urticae

farfalla in termoregolazione su un sasso

La vanessa dell'ortica (Aglais urticae (Linnaeus, 1758)), è un lepidottero diurno appartenente alla famiglia Nymphalidae, sottofamiglia Nymphalinae[1][2][3][4].

Etimologia

Il nome Aglais è un omaggio ad Aglaia, una delle tre Cariti (per i Romani le tre Grazie), quella della bellezza sfolgorante, dello splendore. Il termine "urticae" fa riferimento alla principale pianta ospite dei bruchi di questa farfalla: l'Urtica dioica.[5]

Distribuzione e habitat

Per cause non ancora ben chiarite, negli anni 2000 la Vanessa è scomparsa da quasi tutto il suo areale in Europa occidentale[senza fonte].
Qualche esemplare è stato osservato a New York, dove probabilmente è stato introdotto dall'uomo, più o meno intenzionalmente. Sono habitat (e biotopi) della vanessa dell'ortica tutti gli ambienti naturali e semi-naturali: giardini, parchi urbani, macchie boschive - esclusi i boschi fitti - in tutta l'Europa e l'Asia temperate, dall'Europa occidentale al Giappone, dal livello del mare sino ai 3000 m di altitudine.

Descrizione

Scaglie sulle ali di Aglais urticae al microscopio.

Adulto

Non esiste dimorfismo sessuale in questa farfalla. Maschi e femmine hanno uguali dimensioni (da 40 a 55 mm di apertura alare).
La parte superiore delle ali è caratterizzata da un colore dominante arancio e, sul bordo posteriore esterno, da forme semicircolari blu orlate di nero che formano una specie di festone. Il bordo anteriore delle ali anteriori, inoltre, è ornato da tre macchie brune, quasi nere e rettangolari: quella centrale è generalmente più marcata ed è bordata d'ambo i lati da una zona arancio pallido, quasi un giallo-oro, più chiaro dell'ala stessa. La più esterna di queste macchie ha il bordo esterno bianco. Al centro delle ali anteriori, infine, compaiono altre tre macchie bruno-nere, le cui dimensioni e i cui contorni differiscono da specie a specie, mentre la parte più vicina al corpo presenta un colore bruno spento.
La parte inferiore delle ali è invece di una tinta smorta; ornata da un disegno modesto, essa ricorda il colore di una corteccia o di una foglia morta, il che aiuta la farfalla a mimetizzarsi durante il letargo invernale.

Le ali presentano quattro protuberanze appuntite (due per lato), di cui le più piccole si trovano presso il bordo anteriore delle ali anteriori e le altre due, arretrate rispetto al corpo, si trovano sulla bordatura posteriore delle ali posteriori.
Il corpo è di colore marrone intenso ed è coperto da peluria. Gli occhi sono anch'essi di un colore bruno intenso. Le antenne appaiono finemente striate di bianco e sulla loro estremità compare un punto bianco.

Se la Vanessa apre bruscamente le ali, il disegno e la viva colorazione che ne decorano la parte superiore contribuiscono a spaventare alcuni dei suoi predatori (ciò è stato confermato sperimentalmente almeno per gli uccelli giovani e inesperti).[6]

Larva

La larva della prima generazione compare nel mese di maggio, circa dieci giorni dopo la posa delle uova effettuata dalla femmina in marzo - aprile su delle foglie d'ortica. I bruchi di seconda generazione, invece, usciranno dalle uova nel mese di luglio o in agosto (nell'Europa meridionale).
I giovani bruchi sono quasi neri; il loro corpo è cosparso di escrescenze ramificate che possono sembrare . In questo stadio essi si aggregano istintivamente formando un gruppo compatto e tessono una tela molle fatta di fili di seta che li protegge. Dopo circa un mese i bruchi hanno assunto un colore dominante più chiaro, con linee nere su un fondo formato da quattro bande longitudinali e discontinue giallo-verdastre: due sul dorso e una su ciascun fianco. Iniziano allora un periodo di vita solitaria, durante il quale divorano le foglie di ortica, sino a raggiungere i 22 mm di lunghezza.

Pupa

La crisalide ha un colore verdastro, che in seguito diviene bruno.

Biologia

La Vanessa delle ortiche produce da una a tre generazioni l'anno. I nuovi individui adulti della prima generazione compaiono a partire dal mese di maggio (nelle regioni molto calde ciò avviene assai prima e cioè a partire da febbraio). Nel Sud dell'Europa (a Sud della Loira, in Francia) la farfalla produce due/tre generazioni per anno. La seconda o la terza andranno in letargo riparandosi negli anfratti degli alberi morti, nelle rocce o nelle soffitte delle case. Il bruco si nutre di ortica (Urtica dioica) come indica l'epiteto specifico. Uscita dal letargo, la Vanessa vola da febbraio in poi ed è visibile sino ad ottobre.

Ecologia

Un tempo annoverata fra le farfalle più comuni, la Vanessa delle ortiche risulta ora in forte e rapido declino, almeno in Europa occidentale. Tale regresso non può essere spiegato con la diminuzione della sua pianta ospite, poiché l'ortica è, al contrario, stabilmente presente e beneficia anche dell'eutrofizzazione generale dell'ambiente. La crisalide è divorata qualche volta dalle vespe, ma anche queste ultime sono in forte diminuzione.
Anche l'influenza di altri fenomeni non è ancora ben compresa (degrado ambientale, inquinamento dell'aria, piogge contaminate da pesticidi, che avrebbero potuto generare un impoverimento immunitario negli individui di questa specie).
Ma alcune prove scientifiche mostrano che la siccità estiva è una causa di decremento delle popolazioni, poiché di norma le larve sviluppano bene sulle foglie piene di una linfa ricca di nitrati. Le Vanesse, però, sono divenute ancora più rare in corrispondenza delle estati umide del 2007 e del 2008.
Tuttavia, secondo i dati di un programma inglese di osservazione delle farfalle, prima del 2000 esiste una buona correlazione fra il risultato del processo riproduttivo, la ricchezza di popolazioni di questa specie e lo "stress" idrico della pianta ospite. Dal 1976 al 1995 la riproduzione ha avuto più successo nelle estati fresche e umide, che non quando il clima è stato caldo e secco.[7] Questa farfalla potrebbe dunque essere sensibile al riscaldamento climatico. Uno o più parassiti della Vanessa potrebbero essere fra le cause della regressione (forte diminuzione) di questa specie.

Tassonomia

Appartiene, come tutte le Nymphalidae, al sottordine delle Ditrysia, che raggruppa le farfalle le cui femmine possiedono un organo sessuale di accoppiamento diverso da quello utilizzato per la deposizione delle uova.
È filogeneticamente vicina alle specie del tipo Polygonia c-album, , Nymphalis antiopa e in particolare alla che le assomiglia molto nella livrea ma è più grande di almeno 1 cm.

Sottospecie

Aglais urticae ichnusa, Hübner, 1824. Vanessa del Tirreno. Molto somigliante, ma con una sola macchia al centro delle ali anteriori invece di tre. Potrebbe essere sia una sottospecie che una specie distinta. Da definirsi.

Specie simili

Altre specie possono essere confuse con la Vanessa delle ortiche:
, più grande e di colore fulvo, mentre la Vanessa delle ortiche è rossa-arancio.
, che però ha le ali dentellate.
Polygonia c-album, che non ha festoni sul bordo delle ali.

Note

  1. ^ (EN) Aglais urticae (Linnaeus, 1758), su GBIF. URL consultato il 20 marzo 2020.
  2. ^ (EN) Small Tortoiseshell - Aglais urticae (Linnaeus, 1758), su BioLib.cz. URL consultato il 20 marzo 2020.
  3. ^ (EN) Aglais urticae (Linnaeus, 1758), su Fauna Europaea. URL consultato il 20 marzo 2020.
  4. ^ (EN) Aglais urticae Linnaeus, 1758, su Catalogue of Life. URL consultato il 20 marzo 2020.
  5. ^ S. Durlot - Petite collection d'insect de nos régions. Ediz. Larousse 2008, Parigi. ISBN 978-2-03-583816-2
  6. ^ M. Stevens - The role of eyespots as anti-predator mechanisms, principally demonstrated in the Lepidoptera. Biol. Rev. 80(4): 573-578. DOI:10.1017/S1464793105006810 (riass. HTML)
  7. ^ E. Pollard, J.N.Greatorex-Davies & J.A. Thomas - Drought reduces breeding success of butterfly Aglais urticae .

Bibliografia

  • (EN) Capinera, J. L. (Ed.), Encyclopedia of Entomology, 4 voll., 2nd Ed., Dordrecht, Springer Science+Business Media B.V., 2008, pp. lxiii + 4346, ISBN 978-1-4020-6242-1, LCCN 2008930112, OCLC 837039413.
  • (EN) Kükenthal, W. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, a cura di Kristensen, N. P., collana Handbuch der Zoologie, Fischer, M. (Scientific Editor), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x + 491, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917.
  • P. Leraut Lyste systématique et synonymique des lépidoptères de France, Belgique et Corse. Alexanor, Paris. 1997. ISBN 2-903273-06-5
  • (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  • (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

    Nymphalis Polychloros – Linnaeus, 1758 – Vanessa multicolore
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    Large tortoiseshell

    Large tortoiseshell
    Upperside
    Underside
    Scientific classification Edit this classification
    Domain: Eukaryota
    Kingdom: Animalia
    Phylum: Arthropoda
    Class: Insecta
    Order: Lepidoptera
    Family: Nymphalidae
    Genus: Nymphalis
    Species:
    N. polychloros
    Binomial name
    Nymphalis polychloros
    Synonyms[1]
    List
    • Papilio polychloros Linnaeus, 1758
    • Papilio testudo Esper, 1781
    • Vanessa pyromelas Freyer, 1834
    • Vanessa dixeyi Standfuss, 1895
    • Vanessa polychloros fervida Standfuss, 1896
    • Vanessa polychloros lucida Fruhstorfer, 1907
    • Vanessa polychloros dilucidus Fruhstorfer, 1907

    The large tortoiseshell or blackleg tortoiseshell (Nymphalis polychloros) is a butterfly of the family Nymphalidae.[2]

    Subspecies

    Subspecies include:[1]

    • Nymphalis polychloros polychloros
    • Nymphalis polychloros erythromelas (Austaut, 1885)Algeria and Morocco

    Distribution and habitat

    The species is found in North Africa, southern and central Europe, Turkey, southern Russia, the central and southern Urals, Kazakhstan and the Himalayas. In Central Europe they occur in the warmer regions, but have become generally rare. By contrast, they are still common in the Mediterranean and southern Alps. They live in sparse forests and their edges, on dry shrubbery and in orchards.[1][3] It is an extreme rarity in Britain, although it used to be widespread throughout England and Wales. Until recently, most specimens seen in Britain were thought to be captive-bred releases, but their recent resurgence indicates a possible natural origin for at least a proportion of these sightings.[4] These butterflies mainly inhabit woodland, especially with sallows (willows).[5] There are continued indications that the large tortoiseshell is recolonising southern England, with multiple instances of breeding being recorded from various southern counties, particularly concentrated in Kent and Sussex.[6]

    Description

    Nymphalis polychloros has a wingspan of 68–72 millimetres (2.7–2.8 in) in males, of 72–75 millimetres (2.8–3.0 in) in females.[5] These medium to large butterflies have orange to red wings with black and yellow patches. Both wings with yellowish submarginal lunules, upon which follows a black band which is likewise composed of lunules and bears on the hindwing small blue spots. The underside of the wings is smoky brown with darker shades and black transverse pencilling. There is no sexual dimorphism. This species looks very similar to the small tortoiseshell (Aglais urticae), but it is more closely related to the Camberwell beauty and Nymphalis xanthomelas It differs from the small tortoiseshell by its larger size (45–62 mm. wingspan in Aglais urticae) and by the more orange ground colour of the upper surface of its wings and the orange base of its hindwings. The forewing is orange-brown, with 3 costal black blotches, 3 large black spots in the disc posteriorly and a narrow blackish terminal band – less bright than those of A. urticae, and lacking the apical white spot and the marginal blue dots of that species. Compared to the yellow-legged tortoiseshell it has yellower interspaces between the black blotches on the costal edges of its forewings and the dark marginal band is narrower. The surest way to recognize it, however, is by its dark haired tarsi yellow-legged tortoiseshell's tarsal hairs are light-coloured.

    Biology

    Caterpillar

    The adult insect (imago) over-winters in dry dark places, such as hollow trees or out buildings. In late February or early March the butterflies emerge and mate. The females lay their pale green eggs (ova) in a continuous band around the upper twigs of elm (Ulmus spp.), sallow (Salix caprea and Salix viminalis), pear (Pyrus spp.), Malus, Sorbus, Crataegus, Populus, and Prunus spp. trees.[1][7]

    The caterpillars (larvae) are gregarious, and systematically strip the topmost twigs of the tree bare. They seem to have little defence against predation by birds. It is possible that their decline and extinction in the British Isles (late 1970s) was owing to the loss of predatory birds, which previously had preyed upon smaller birds if they strayed to the tops of these trees.

    The full-grown larva spins a silk girdle around a twig further down the tree, and hangs from this by means of hooks (cremaster) at its rear end, to pupate. The chrysalis (pupa) is greyish brown with a slight silvery sheen. The species is univoltine, i.e. there is only one generation per year,[5] the imagines emerging in July and August seek out sources high in sugar on which to feed. Tree sap and fermenting fruit are particularly popular.

    The large tortoiseshell is featured in Eon Productions' James Bond film On Her Majesty's Secret Service. While visiting M (evidently an amateur lepidopterist) in the study at his country home, Bond remarks over M's shoulder on the small size of a Nymphalis polychloros specimen, to M's surprise at his knowledge of lepidoptery, and perhaps his skill in not misidentifying the specimen as the smaller and more common small tortoiseshell (Aglais urticae).[8] However, N. polychloros is not the specimen that M is handling during the exchange, though there is what appears to be a N. polychloros on the microscope slide mounted nearby.

    References

    1. ^ a b c d Nymphalis polychloros at Markku Savela's Lepidoptera and Some Other Life Forms
    2. ^ BioLib.cz
    3. ^ Fauna europaea
    4. ^ "Large Tortoiseshell Butterfly Returns to Britain After Extinction". Natural World Fund. Retrieved 23 July 2024.
    5. ^ a b c UK Butterflies
    6. ^ Patrick Barkham (8 July 2022). "Officially extinct butterfly 'making a comeback' in UK". The Guardian. Retrieved 15 July 2022.
    7. ^ Paolo Mazzei, Daniel Morel, Raniero Panfili Moths and Butterflies of Europe and North Africa
    8. ^ "007 Under the Mango Tree – A guide to the references and trivia of the James Bond films – Nymphalis polychloris (sic)". Retrieved 21 September 2024.
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