Gli ammoniti: introduzione
Gli ammoniti erano molluschi cefalopodi affini, probabilmente, agli attuali calamari e seppie.
A fronte di una grande varietà morfologica delle conchiglie, non sono, tuttavia, mai stati trovati conservati i resti molli degli ammoniti con gli eventuali tentacoli.
L’aspetto della conchiglia esterna rivela che l’animale viveva all’interno della stessa e precisamente nella porzione terminale, che poteva essere pari a mezzo giro, un giro o un giro e mezzo di spira.
Attualmente si trovano fossilizzati come modelli conchigliari o come, più genericamente, resti di molluschi.
Sono vissuti dal Devoniano al Cretacico, cioè in un intervallo di tempo di circa 350 milioni di anni, esclusivamente nelle acque marine, nella maggioranza dei casi tra 50 e 150 m di profondità, dove giungeva la luce azzurra.
Gli ammoniti sono i classici fossili guida del Mesozoico, perché lungo l’arco dei 170 milioni di anni (circa) di durata di questa Era geologica, le specie si sono susseguite con grande rapidità, trascinate da una evoluzione che potremmo tranquillamente descrivere come “esplosiva”.
Ricordiamo che si definiscono fossili guida quelle specie che hanno avuto breve durata temporale e grande diffusione areale.
I fossili guida, tra cui citiamo gli stessi ammoniti, appartenevano ad animali che potevano spostarsi nei mari con grande facilità sia in forma larvale come il plancton, sia come attivi nuotatori (necton).
In pratica, si può stabilire il sincronismo delle rocce tramite i fossili guida in esse contenuti (datazione relativa): è stata così costruita la tabella cronostratigrafica fondamentale.
In molte delle rocce appenniniche sedimentarie, tra cui il Rosso Ammonitico, non essendo presenti elementi radioattivi con cui effettuare la datazione radiometrica (impropriamente definita datazione assoluta), i fossili guida sono gli unici elementi che consentono di definirne la cronologia.
In molte delle rocce appenniniche sedimentarie, tra cui il Rosso Ammonitico, non essendo presenti elementi radioattivi con cui effettuare la datazione radiometrica (impropriamente definita datazione assoluta), i fossili guida sono gli unici elementi che consentono di definirne la cronologia.
Quando l’animale moriva, spesso per predazione come capita frequentemente ai molluschi, cadeva sul fondale marino, ove la conchiglia veniva sepolta dal sedimento.
A lato un esemplare di Hildoceras tethysi: all’interno del cerchio rosso, sono evidenti i segni della predazione.
Per effetto del movimento reciproco fango-conchiglia, questa veniva riempita completamente o parzialmente dal fango, che, dopo essere stato modellato dalla superficie interna conchigliare, s’induriva perdendo acqua (Venturi e Rossi, 2003).
Il guscio si è poi dissolto ed è rimasto conservato il modello interno, di composizione rocciosa e di colore variabile, soprattutto rosso nel caso del Rosso Ammonitico, ma anche grigio o rosato, o talora in bande alternate rosse e grigie, in base alla colorazione del sedimento.
Il modello fossile presenta, inoltre, le tracce dei setti che si inserivano nella parete interna della conchiglia e che appaiono come disegni ripetuti lungo il giro spirale (Venturi e Ferri, 2001; Venturi e Rossi 2004).
In questa pagina, riportiamo un disegno di ammonite del genere Pseudomercaticeras proveniente dal Rosso Ammonitico di monte Serano, dove questa specie è abbastanza frequente (nel disegno, a fine divulgativo, abbiamo adottata una nomenclatura molto semplificata).
Gli elementi morfologici mostrati sono:
- per l’aspetto generale, il lato della conchiglia e il rapporto d0/d (diametro conchigliare-diametro ombelicale)
- per l’area ventrale, la presenza di un rilievo, che viene definito dagli specialisti carena
- per l’ornamentazione, le coste e i nodi ombelicali
- per la struttura, le tracce suturali (o linee lobali) che si ripetono lungo tutta la spira, eccetto, naturalmente, nella camera di abitazione
Ogni linea suturale è disegnata molto ingrandita perché sia utile nella classificazione: si tratta, infatti, di una caratteristica che varia a seconda dei generi, delle famiglie e degli ordini (Venturi e Ferri, 2001).
La linea suturale riprodotta nel disegno di Pseudomeraticeras è stata raffigurata per mostrare i lobi e le selle (Venturi e Rossi, 2004).
In particolare, sono importanti i lobi la cui nomenclatura dipende dalla posizione sulla spira (E = lobo esterno, L = laterale, V = ombelicale).
Nel disegno del lato, con il pallino è contrassegnato l’inizio della camera di abitazione.
A lato un esemplare di Pseudomercaticeras trovato in un deposito ammonitifero del sistema montuoso Serano-Brunette [Università degli Studi di Perugia, per gentile concessione del prof. Federico Venturi].