Le principali sostanze tossiche delle piante
Le principali sostanze tossiche delle piante sono i glicosidi, le saponine, gli alcaloidi, gli oli essenziali …
I glicosidi
I glicosidi sono stati usati, nella medicina popolare, per l’effetto stimolante sul muscolo cardiaco.
Si tratta di sostanze chimiche composte di una parte zuccherina (come il glucosio, il galattosio, ecc.) e di una parte non zuccherina detta aglicone.
Alcuni glicosidi sono praticamente indispensabili nella cura di alcune malattie cardiache, tuttavia in caso di dosaggi errati provocano avvelenamenti.
Le saponine
Le saponine hanno una composizione simile a quella dei glicosidi, da cui si distinguono – semplificando al massimo – perché danno una schiuma saponosa quando sono disciolte in acqua.
Si tratta di sostanze molto pericolose poiché svolgono, per contatto, un’azione distruttiva nei confronti dei globuli rossi del sangue.
Gli alcaloidi
Gli alcaloidi sono delle sostanze che da un punto di vista chimico contengono azoto, determinano reazioni alcaline e sono pericolosi per la violenta azione che esercitano sul metabolismo animale.
Sono presenti in circa 4.000 specie vegetali e tra le famiglie che non ne contengono ricordiamo le rosacee e le labiate.
Gli oli essenziali
Gli oli essenziali, infine, sono sostanze oleose, chimicamente molto complesse, praticamente insolubili in acqua.
Quando sono esposte all’aria assumono rapidamente una consistenza resinosa.
Gli oli essenziali producono effetti benefici per l’organismo, tra cui un’azione espettorante, digestiva, disinfettante.
Se ingeriti, possono tuttavia determinare gravi danni a carico del rene, del tubo digerente, delle vie urinarie, ecc.
Esistono, poi, sostanze velenose appartenenti a classi chimiche diverse, come alcuni peptidi e talune proteine, tra cui ricordiamo la ricina del ricino comune.
Possiamo concludere questo paragrafo con l’invito (etico) a non disprezzare, sempre e comunque, ciò che ci appare ostile, ma il consiglio nella conoscenza naturalistica è di agire sempre con la massima prudenza e di non raccogliere (e non manipolare) – MAI! – le specie che non conosciamo perfettamente, personalmente!
Citiamo, quindi, l’eremita di Zadig o Il destino, racconto filosofico di Voltaire, per dire con lui:
“Tutto è velenoso quaggiù, e tutto è necessario …”