Procambarus clarkii – gambero rosso della Louisiana

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Procambarus clarkii – Girard, 1852

Descrizione

Il gambero rosso della Louisiana, detto anche gambero rosso americano, è originario delle zone palustri e fluviali degli Stati Uniti centro-meridionali e del nord-est del Messico.
È un gambero d’acqua dolce che da adulto può arrivare a misurare circa 20 cm di lunghezza e assume una colorazione bruno-rossastra che lo caratterizza in modo particolare nel periodo della maturità sessuale, rendendolo riconoscibile anche a chi non è esperto.
Importato in Europa alla fine dell’Ottocento per uso alimentare, è sfuggito agli allevamenti e da qualche anno si è diffuso in Italia per la sua rusticità e adattabilità a un ambiente che, per molte caratteristiche, è simile a quello di origine.
Oggi vive e si riproduce con estrema facilità nei corsi d’acqua primari e secondari, comprese le fosse camperecce di raccolta delle acque meteoriche, di molte regioni italiane.
Il Procambarus clarkii ha un’elevata fecondità (depone da 300 a 500/600 uova), presenta una crescita rapida e matura precocemente (a 4-5 mesi di età). L’insieme di questi caratteri è tipico delle specie colonizzatrici.
Il suo successo come specie invasiva, ed elemento che lo differenzia dal gambero di fiume europeo (Austrapotamobius pallipes Lereboullet), dipende dalla grande adattabilità all’ambiente in cui vive, sopportando anche situazioni estreme, quali l’assenza temporanea di acqua (condizione in cui può sopravvivere per diverse ore), le alte e le basse temperature, la salinità, la scarsità di ossigeno e la presenza di agenti inquinanti.
Questi animali riescono, infatti, ad accumulare nel loro corpo, senza danno, molti degli inquinanti disciolti nelle acque, compresi i metalli pesanti.
Ha abitudini prevalentemente notturne e la sua dieta, molto variegata, gli permette di nutrirsi di ogni sostanza organica disponibile; nel caso di risorse limitate utilizza tutto quello che ha a disposizione, anche alimenti nuovi mai utilizzati prima. Si ciba di girini e avanotti di pesci, di cui è particolarmente vorace, germogli di piante e detriti vegetali.
Anche per questo rappresenta un pericolo notevole per le colture, in particolare per le risaie.
Per tutti questi fattori, tra cui l’inquinamento, e per la peste dei gamberi di cui gli individui della specie P. clarkii possono essere portatori sani, i gamberi nostrani soccombono all’avanzata di quelli americani, accentuando il già diffuso declino per motivi ambientali.
La resistenza del gambero rosso americano a condizioni estreme viene anche messa in relazione con la sua abitudine a scavare e occupare tane e gallerie sotterranee: così facendo riesce a proteggersi nei momenti più delicati della sua vita, come la muta e la riproduzione, e a difendersi dai predatori e da situazioni climatiche avverse.
Da queste abitudini può derivare anche un problema di stabilità degli argini dei corsi d’acqua primari e secondari frequentati dal gambero americano; con la sua azione di scavo, inoltre, contribuisce a intorbidire le acque con tutti i problemi conseguenti per lo sviluppo della flora acquatica.
In definitiva, l’introduzione di questa specie alloctona sta determinando numerose conseguenze per la biodiversità, con notevoli problemi non solo in termini di predazione e competizione con altri organismi autoctoni, in primis con il gambero di fiume europeo, ma anche per le modificazioni degli habitat in cui si è insediato e per l’instabilità delle rive che riesce a ingenerare.
Il gambero rosso americano, per la sua invasività e per la scarsità di predatori naturali è praticamente l’anello forte della relativa catena ecologica.
Tra i suoi predatori c’è l’airone rosso, il tarabuso e la garzetta: la diffusione di quest’ultima specie nel nostro territorio, non a caso, è avvenuto con l’arrivo di questo gambero. Tra i pesci, il maggiore nemico è il luccio.

Specie simile

Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858 – gambero di fiume (specie autoctona)

Wikipedia

Procambarus clarkii

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Gambero della Louisiana
Procambarus clarkii
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumArthropoda
SubphylumCrustacea
ClasseMalacostraca
OrdineDecapoda
SottordinePleocyemata
InfraordineAstacidea
SuperfamigliaAstacoidea
FamigliaCambaridae
Sottofamiglia
Genere
SpecieP. clarkii
Nomenclatura binomiale
Procambarus clarkii
Girard, 1852
Sinonimi

Cambarus clarkii

Il gambero della Louisiana[2] (Procambarus clarkii Girard, 1852) è un crostaceo decapode d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cambaridae. È noto anche come gambero rosso della Louisiana o popolarmente come gambero killer. È originario della parte meridionale del Nord America ed è stato introdotto in numerosi Paesi di tutti i continenti tranne Oceania e Antartide, dove quasi ovunque si è rivelato una specie aliena invasiva. In Europa è presente in quasi tutto il continente ma ha manifestato grave invasività soprattutto nella parte meridionale a clima mediterraneo. È apprezzato a scopi alimentari data l'ottima qualità delle carni e per questo è estesamente allevato in impianti di acquacoltura in numerosi Paesi ed ha un ruolo non indifferente nel mercato mondiale dei crostacei.

Distribuzione e habitat

Il Procambarus clarkii, come l'affine Procambarus alleni è originario delle aree palustri e fluviali degli Stati Uniti centro-meridionali e del Messico nord-orientale.

A causa della prelibatezza delle sue carni (se allevato in acque pulite), delle discrete dimensioni che è in grado di raggiungere (supera spesso i 12,5 cm di lunghezza), della velocità di accrescimento e della sua prolificità è stato importato a scopo di allevamento nelle acquacolture di numerosissimi paesi ed è attualmente considerato il gambero di fiume più diffuso al mondo in quanto si conoscono sue popolazioni acclimatatesi praticamente in ogni continente ad eccezione di Australia e Antartide.

In Italia fu importato in Toscana dalla Louisiana da un'azienda di Massarosa, vicino al Lago di Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione.

Si è poi diffuso, complice anche l'irresponsabilità degli allevatori e la mancanza di politiche di gestione ordinata dell'immissione di nuove specie sul territorio nazionale[3][4], dopo esser sfuggito al controllo degli allevamenti di chi lo aveva importato, in quasi tutta l'Italia. Recentemente la specie è stata osservata in più occasioni persino in acque marine, mettendo in evidenza la sua elevata tollerabilità salina[5].

Descrizione

Gli individui adulti assumono una caratteristica colorazione bruno-rossa (durante la loro fase sessualmente attiva) che li rende facilmente riconoscibili.

I giovani hanno invece una colorazione grigioverdastra che, ad una superficiale osservazione, li rende piuttosto simili al gambero di fiume italiano ( e Austropotamobius pallipes).

Per distinguere i gamberi di fiume europei da quelli americani con certezza bisogna infatti osservare la base delle chele dove le specie americane presentano una piccola spina, a differenza delle specie europee che ne sono prive.

Biologia

Grazie alla sua notevole capacità di adattarsi a svariati tipi di habitat acquatici diversi, spesso anche notevolmente inquinati, e alle sue caratteristiche ecologiche che gli consentono di colonizzare e proliferare in poco tempo negli ambienti nuovi dove si viene a trovare, il gambero rosso della Louisiana è sfuggito da molti allevamenti cominciando ad espandersi nelle aree circostanti.

Nel corso degli anni inoltre è stato spesso oggetto di più o meno consapevoli introduzioni in natura che hanno contribuito notevolmente ad ampliarne l'areale.

Questo fatto, all'apparenza positivo, è in realtà estremamente deleterio per gli ambienti acquatici in quanto questa specie è onnivora e molto vorace: la sua diffusione in rogge, torrenti o stagni provoca quindi un notevole danno per l'equilibrio di questi habitat, mangiando uova di pesci, di anfibi (rane e salamandre su tutti) e di insetti acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali presenti (alghe, piante acquatiche), rischiando di annullare la biodiversità.

Addirittura è in grado di resistere e respirare fuori dall'acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d'acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto.

Scava anche profonde tane (fino a 1,5 m) rischiando di indebolire gli argini di fiumi e torrenti.

Essendo poi originario di zone calde, sopporta elevate temperature, come 40 - 50 °C

In Italia e in Europa rappresenta poi una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani in quanto, oltre a competere meglio dal punto di vista ecologico, è portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero” (), che non lasciano scampo alle specie autoctone.

Queste caratteristiche gli hanno valso il nome di gambero killer, con il quale è noto in tutta Italia, dove la sua espansione è cominciata soprattutto a partire dagli anni '90, partendo da un allevamento in Toscana nel lago di Massaciuccoli, come documentato dalla studiosa fiorentina di questa specie aliena Francesca Gherardi.[6]

Varie segnalazioni della diffusione della specie anche in Campania, nel Tevere[7], in Sicilia e Lido delle Nazioni.

Allevamento

È uno dei crostacei più allevati nell'acquariofilia.

Non ha particolari esigenze riguardo i valori dell'acqua e di temperatura. È consigliabile allevarlo in una vasca dedicata senza altri animali, in quanto tende ad essere aggressivo.[8]

Note

Bibliografia

  • Arrignon, J. 1996. L'écrevisse et son élevage. Technique et documentation, Paris III ed.,: 47-79.
  • Gherardi, F., G.N. Baldaccini, S. Barbaresi, P. Ercolini, G. De Luise, D. Mazzoni & M. Mori, 1999. Case studies of alien crayfish in Europe. The situation in Italy. in: Crayfish in Europe as Alien Species. How to Make the Best of a Bad Situation. Gherardi F. & Holdich D.M. (eds.). A.A. Balkema, Rotterdam: 107-128.
  • Groppali, R. 2003. Acclimatazione del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard) nella provincia di Pavia (Crustacea, Decapoda, Cambaridae). Rivista Piemontese di Storia Naturale, Carmagnola, 24: 225-228.
  • Hamr P., 2002 - Crayfish of commercial importance. Orconectes. In: Biology of freshwater crayfish. Holdich D.M. (eds.). Blackwell Science Ltd, Oxford: 585-608.
  • Holdich, D. M. 1999. The negative effects of established caryfish introductions. In: Gherardi, F. & D. M. Holdich. 1999. Crayfish in Europe as alien species. Balkema, Rotterdam: 31-48.
  • Mancini, A. 1986. Astacicoltura. Edagricole, Bologna, 180 pp.
  • Manenti, R. 2006. Rilievi sul patrimonio astacicolo della provincia di Lecco. Tesi di Laurea in Scienze Naturali, Università degli Studi di Milano, 95 pp.
  • Nardi, P.A., F. Bernini, T. Bo, A. Bonari, G. Fea, D. Ghia, A. Negri, E. Razzetti, S. Rossi & M. Spairani 2005. Status of Austropotamobius pallipes complex in the watercourses of the Alessandria province (N-W Italy). In: European native crayfish in relation to land-use and habitat deterioration with a special focus on Austropotamobius torrentium, CRAYNET 3. Füreder L. & Souty-Grosset C. (eds.), 2005. Bull. Fr. Pêche Piscic., 376-377, Fontenay-sous-Bois, 585-598.
  • Nardi, P.A., D. Ghia, G. Fea, V. Burresi, M. Spairani & F. Bernini, 2005b. Segnalazione di una popolazione planiziale di gambero di fiume nella provincia di Pavia. Pianura: Scienze e storia dell'ambiente padano, Cremona, 19: 143-147.
  • Nascetti, G. P. Andreani, F. Santucci, M. Iaconelli & L. Bullini 1997. Struttura genetica di popolazioni italiane di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e strategie per la sua conservazione. S.It.E Atti 18, 205-208.
  • Nota, A. Santovito, A. Gattelli, F. & F. Tiralongo 2024. From Fresh to Salt Waters: First Reports of the Red Swamp Crayfish Procambarus clarkii (Girard, 1852) in Mediterranean Marine Waters. Hydrobiology 3(1), 1-10. https://doi.org/10.3390/hydrobiology3010001
  • Ranghetti, M. 1998. Distribuzione di Austropotamobius pallipes (Lereboullet, 1858), Procambarus clarkii (Girard, 185), Orconectes limosus (Rafinesque, 1817) e Astacus leptodactylus Escholtz, 1823 in Provincia di Milano. Tesi di Laurea in Scienze Biologiche, Università degli Studi di Milano, 305 pp
  • Ranghetti, M. 2001. I nemici del gambero brianzolo. Brianze 15: 22-23.

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    I post dedicati al gambero di fiume e al gambero rosso della Louisiana, qui revisionati e aggiornati, sono stati pubblicati (uniti in un unico articolo) nel  n. 6 della Newsletter dell’Osservatorio per la biodiversità dell’Umbria – Fondazione Villa Fabri (Trevi) a cura di Alvaro Paggi, Tiziana Ravagli

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