Con il termine di angelo (dal greco ángelos «nunzio, messaggero») abbiamo indicato la rappresentazione, in genere a piena figura, della creatura celeste spirituale, rappresentata in forma di giovanile bellezza, con un paio di ali, e il volto irraggiato dall’aureola.
Con cherubino (dall’ebraico kerûbhîm «esseri sovrumani e spirituali »), che nella tradizione biblica è l’angelo presente dinanzi alla gloria di Dio, e nella teologia cristiana rappresenta ciascuno degli angeli del secondo ordine o coro della prima gerarchia, abbiamo mostrato la raffigurazione di angeli con le fattezze e le vesti di fanciullo, di cui spesso è dipinto solo il viso, circondato da una cascata di riccioli d’oro, e un paio di ali.
Annotiamo tuttavia, che, specie nella iconografia bizantina, i cherubini sono dipinti anche come angeli con più coppie di ali.
Ricordiamo, infine, i serafini: nell’angelologia biblica, sono gli angeli ardenti o di fuoco (dall’ebraico saraph «ardere») disposti intorno al trono di Dio e nell’angelologia cristiana, sono gli angeli che formano il più alto coro della prima gerarchia; in genere, soprattutto nelle iconografie bizantine, ma non solo, sono rappresentati con sei ali (spesso di fuoco).