Iconografia
È rappresentato nelle vesti di vescovo con il pastorale.
Vita
Fu vescovo di Alessandria d’Egitto, città in cui era nato nel 295.
Fu assertore indomito dell’essenza divina di Cristo, e della sostanziale eguaglianza tra Padre e Figlio, avversata dagli ariani e affermata con il concilio di Nicea nel 325 (convocato nei fatti dall’imperatore Costantino I, durante il papato di Silvestro I).
Seguace e sostenitore dei monaci anacoreti, scrisse la Vita di Antonio sulle tentazioni che sant’Antonio Abate (il protettore degli animali) superò con la preghiera e la vita ascetica.
Lui stesso si rifugiò più volte nella solitudine contemplativa del deserto egiziano per meditare e comporre le sue opere; scelse il deserto e la vita eremitica per due volte anche quando fu costretto all’esilio dagli imperatori Costantino, Costanzo, Giuliano e Valente, per la sua strenua difesa dell’ortodossia cristiana di cui è considerato un paladino inflessibile.
Nelle peregrinazioni cui fu costretto dagli esili, ebbe modo di viaggiare in Occidente e visitare Roma e Treviri, portando ovunque la conoscenza dei monaci asceti egiziani che tanto ammirava.
Morì nell’anno 372 (o 373).
È annoverato tra i Dottori della Chiesa.
Protezione
La festività cade il 2 maggio.