Il progetto
Il progetto «Edicole sacre» è nato nel 2003 da un’idea di Gianfranco Lipparelli, allora Presidente della Comunità montana dei Monti Martani e del Serano, con l’intento di censire alcune tipologie di quei beni artistici, talora definiti in maniera eccessivamente riduttiva «minori», che sono parte integrante del nostro patrimonio culturale e che afferiscono alla tipologia del «sacro popolare».
Tra queste citiamo: le edicole sacre, le maestà, le immagini devozionali, le edicole trasformate in chiese.
Il censimento è stato realizzato in tutto il territorio della Comunità montana, dai centri storici, alla campagna, sino alle aree montane, trovando ovunque, anche nei recessi più reconditi e difficilmente immaginabili, delle edicole sacre: talora opere preziosissime, talaltra manufatti di poco o nullo valore artistico, ma tutti richiamanti una forte essenza di spiritualità, quella stessa che nei secoli ha indotto le nostre popolazioni a cercare rifugio e conforto nel divino.
Il progetto ha previsto varie fasi di rilevamento: attività di ricerca sul campo, indagine storica, ricerca archivistica e documentaria, censimento del bene, realizzazione di una prima campagna fotografica. Per ogni elemento censito è stata compilata una scheda, che, opportunamente elaborata, è stata pubblicata in un atlante multimediale (su web-CD e sul portale internet dell’Ente).
Sin dalla prima fase, il progetto è stato coordinato da un gruppo di lavoro interno della Comunità montana: Alvaro Paggi (agronomo, posizione organizzativa del Settore Agricoltura, forestazione e ambiente rurale), responsabile del procedimento, Tiziana Ravagli (geologo, master in comunicazione pubblica e istituzionale, responsabile del Servizio staff Informatizzazione, comunicazione e ufficio cultura) coordinatrice e curatrice del progetto di ricerca e di quello editoriale, Danilo Rapastella (tecnico informatico, responsabile della biblioteca – Servizio staff Informatizzazione, comunicazione e ufficio cultura) e Francesco Careri (geometra, progettista – Settore Agricoltura, forestazione e ambiente rurale).
La finalità che si è voluta raggiungere con la catalogazione di queste tipologie del «sacro popolare», e con la pubblicazione dell’atlante multimediale, è stata di costituire una base di studio fondamentale per la conoscenza di questi beni storici e artistici presenti nel nostro territorio. Il lavoro si rivela, infatti, un valido supporto per tutte le auspicabili azioni di recupero ma anche un contributo fattivo allo sviluppo del turismo «slow», rispettoso dell’ambiente e in grado di promuovere le tipicità locali.
Queste prime fasi di studio, censimento e pubblicazione dell’atlante multimediale sono state realizzate grazie al contributo del G.A.L. Valle Umbra e Sibillini, che le ha finanziate nell’ambito del programma d’iniziativa comunitaria Leader plus.
All’atlante multimediale, oltre agli autori, che ne hanno costantemente definiti e verificati tutti i contenuti, e a Roberto Orsini (archeologo), che ha curato la rimodulazione delle schede per ottenere un prodotto finale quanto più omogeneo e ricco possibile, ha preso parte un diverso gruppo di lavoro interno dell’Ente, coordinato da Tiziana Ravagli.
Il progetto è stato seguito, in particolare, dal Servizio staff Informatizzazione, comunicazione e ufficio cultura con la collaborazione di parte del personale del Settore Agricoltura, forestazione e ambiente rurale: Tiziana Ravagli, Danilo Rapastella, Graziano Caponi e Massimo Tagliavento, collaboratori attenti e preziosi, Francesco Careri, che ha provveduto all’aggiornamento di alcune schede e ha completato la prima fase della campagna fotografica, Mirco Toppo, per le edicole della campagna spoletina tra Beroide e San Giacomo, e Alvaro Paggi.
Considerato il successo dell’iniziativa, Vincenza Campagnani, Presidente della Comunità montana (dal 2005 al 2008), ha promosso ogni azione utile per completare l’opera e pubblicare un volume di pregio editoriale con le edicole più interessanti e preziose del patrimonio censito, scelte con gli autori e i suggerimenti del professore Bruno Toscano.
Nel corso della prima cernita (avviata sin dal 2005 con Gianfranco Lipparelli) sono state selezionate le edicole realizzate prima degli anni sessanta del XX secolo, strettamente legate alla tradizione religiosa e/o alla storia dei luoghi.
Tra queste sono state poi scartate le immagini presenti all’interno di palazzi, ville, case, parchi, giardini privati, perché difficilmente visitabili.
A tali regole sono state ammesse poche eccezioni, volute dagli autori, per edicole di particolare pregio artistico o di rilevante valore per la storia e/o la religiosità popolare.
Alcune delle edicole scelte sono oggi purtroppo prive di qualsiasi pittura: sono state comunque inserite nel volume quando ritenute parte integrante del patrimonio culturale locale.
Alcune, infatti, sono ancora oggi meta di rogazioni, altre sono diventate punti di riferimento della toponomastica e consentono di individuare viabilità storiche scomparse, rivelandosi elementi fondamentali per comprendere appieno lo sviluppo urbanistico e sociale del territorio.
Annotiamo che in alcune edicole le iconografie originarie sono ormai illeggibili o del tutto svanite, sostituite da opere nuove, frequentemente di nessun pregio artistico: gli autori hanno comunque scelto di inserirle quando le stesse si connotano in modo prevalente nel ricco panorama di questa tipologia del «sacro popolare», per il forte richiamo alla tradizione religiosa e sociale dei luoghi in cui furono edificate. In appendice, inoltre, sono stati proposti alcuni esempi di edicole scomparse.
Grazie alla pronta e positiva risposta della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e di alcuni dei comuni membri, il progetto ha preso corpo e sostanza.
Il fotografo Massimo Chiappini, su incarico dell’Amministrazione della Comunità montana, ha realizzato la campagna fotografica per il volume; l’iconografia è stata arricchita dai curatori con immagini degli autori e dell’archivio fotografico dell’Ente.
Nel volume gli autori del censimento, con la collaborazione dei curatori e seguendo alcune indicazioni del professore Bruno Toscano, hanno revisionato e aggiornato le introduzioni e le schede relative alle edicole pubblicate nel libro e che nel portale sono inserite al termine della pagina dedicata a ciascuna di esse.
I curatori del volume hanno, quindi, redatto con Giampaolo Filippucci e la preziosa revisione di don Luciano Gregori, le Appendici che introducono all’iconografia mariana e dei santi, compiendo, così, un percorso di conoscenza che certamente coinvolgerà il lettore appassionato di questi argomenti.
Il volume e il portale sono stati completati con una postfazione sulla religiosità popolare in Valle Umbra di don Luciano Gregori.
Il progetto editoriale, portale web e volume, permette, dunque, la lettura consapevole delle opere censite e del territorio in cui le stesse sono inserite.
Con la pubblicazione dell’atlante multimediale, oggi completamente revisionato, e del volume che racchiude le opere più interessanti tra le oltre novecento rilevate e censite, l’Ente ha colto l’intento di assicurare la massima fruizione del progetto, ponendo a disposizione di tutti, esperti e appassionati di storia e arte locale, un patrimonio di grandissima valenza, suggerendo un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio, quando la devozione popolare associava a queste immagini disseminate ovunque nel territorio un potere taumaturgico a protezione delle messi e delle case, e, grazie ai lumi che vi ardevano perennemente, un sicuro riferimento nelle notti buie per viandanti e pellegrini: un cammino di edicola in edicola, di comune in comune, tra storia e tradizioni, per non dimenticare una parte così importante della nostra cultura.
Per rendere il lavoro più completo e interessante, anche ai fini della promozione del turismo equo e sostenibile, è stato deciso di collegare le edicole rilevate in questo territorio, e quindi le schede dell’atlante multimediale pubblicate sul web, al servizio Google Maps: un modo nuovo di navigare nella rete delle reti alla scoperta di questo mondo affascinante che è anche, e soprattutto, un invito ad approfondirne la conoscenza visitando un ambiente in grado di donare al viaggiatore sensazioni uniche e straordinarie.
Noi consigliamo di associare l’itinerario delle edicole sacre alla visita delle città d’arte e alla degustazione dei prodotti tipici locali (vino, tartufo pregiato di Norcia e Spoleto, marroni di Spoleto e castagne di Manciano, zafferano del Ducato, sedano nero di Trevi e prodotti orticoli delle Canapine…); si potrà, così, completare un percorso seducente attraverso il territorio e la sua storia, fissando il legame indissolubile tra ambiente e uomo-abitante che nel corso dei secoli, nel bene e nel male, ha definito la trama irripetibile del nostro paesaggio.
Tiziana Ravagli, Roberto Orsini, Alvaro Paggi, Sergio Rossi