Festa della purificazione della Madonna, la Candelora si celebra il 2 febbraio con la benedizione dei ceri rituali.
La Candelora, ricorda, infatti, il rito di purificazione prescritto nel Levitico per ogni madre che avesse dato alla luce un figlio maschio: la neo-mamma era considerata impura per i primi 7 giorni dal parto, mentre per i successivi 33 non poteva essere ammessa a qualsivoglia rito religioso.
Questo valse anche per la Vergine Maria, dopo aver dato alla luce il Bambin Gesù.
A Trevi si ricorda l’episodio del cittadino trevano che, carcerato per ordine del duca Theopoldo di Spoleto, fu liberato miracolosamente da fra’ Leone, discepolo di san Francesco, proprio nel giorno della celebrazione della Madonna della candela, il 2 febbraio, festa della Candelora.
Per scongiurare l’arrivo della grandine, si bruciavano le palme (fronde d’olivo tradizionalmente consacrate durante la celebrazione della Domenica delle Palme) e si accendevano le candele benedette in occasione della festività della Candelora.
Le candele benedette per la Candelora entrano anche nelle croci di giglio, alla cui tradizione rimandiamo.
Un detto popolare diffuso in tutta la Valle Umbra ci ricorda:
Candelora Candelora dell’inverno semo fora, se piove e tira vento dell’inverno semo dentro, ma se c’è lu solicillu 40 giorni d’invernicillu.
Un altro detto popolare ci dice che:
per la Candelora il giorno s’allunga di un’ora.