Itinerario: Itinerario 12 ‘Trevi 4 passi’ – Da Casetta Ciccaglia a Ponze
Tempo: 5 ore 10′ circa
Difficoltà: E
Rilevatore: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci
Autore della scheda: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci
Questo itinerario è stato pubblicato nel volumeTrevi quattro passi tra storia e natura, 1998; non è segnalato sul terreno, ma interseca e in parte interessa tratti di sentieri con segnavia; è stato riprodotto con QGIS dalla carta pubblicata con il volume, successivamente georeferenziata: quindi, non è il frutto di un rilievo con GPS sul terreno, ma di una rielaborazione cartografica di tracciati, ovviamente realmente percorsi più volte e derivanti da una profonda conoscenza del territorio. Attualmente, tuttavia, i percorsi pubblicati nel volume non sono soggetti a manutenzione e quindi è possibile che alcuni tratti non siano completamente, facilmente, percorribili. Nel medesimo luogo, inoltre, si possono trovare, da un anno all’altro, delle modifiche/varianti legate alla continua evoluzione di un territorio che pure di grande respiro ambientale e paesaggistico è comunque, almeno in certe zone, fortemente antropizzato, con boschi e pascoli tuttora utilizzati. Strade e piste per la gestione dei boschi possono apportare nel breve periodo di qualche stagione di taglio modifiche anche importanti alla viabilità minore, così come le carrarecce realizzate per combattere la piaga degli incendi boschivi. Il nostro impegno è di segnalare eventuali problemi non appena ne veniamo a conoscenza. L’impegno di tutti è di prestare la massima attenzione nel percorrere tutti i sentieri, anche i più facili, specie in situazioni di evidente variabilità atmosferica e in caso di nebbia. Ci piace infine ricordare questo aforisma: ‘Non esiste la montagna facile o quella difficile. Esiste solo la montagna!’
Questo itinerario è un percorso prevalentemente di cresta che unisce il rifugio di pastori denominato Casetta Ciccaglia (toponimo Lago delle Vecchie) all’abitato di Ponze, passando per la cima del Monte Serano, che con i suoi m 1429 s.l.m. rappresenta la massima elevazione di questo gruppo collinare-montuoso.
In questo file sono congiunti i tre percorsi 12.1, 12.2, 12.3 del volume T. Ravagli – G. Filippucci “Trevi quattro passi tra storia e natura”, 1997.
Note tecniche: Complessivamente questo itinerario si percorre in circa 5 ore e 10 minuti di cammino. Raccomandiamo la massima attenzione in caso di temporali.
Per compierlo, partiamo da Casetta Ciccaglia – Lago delle Vecchie (quota di riferimento cartografico m 1153 s.l.m.) che abbiamo modo di raggiungere, oltre che in automobile da Trevi passando per Costa San Paolo, anche con altri itinerari che partono da Coste e che possiamo trovare documentati in questa guida o nella Carta dei Sentieri del Comprensorio Spoletino.
Itinerario 12.1
Questo tratto costituisce un interessante prolungamento di altri itinerari o una breve escursione a se stante.
Da Casetta Ciccaglia prendiamo la carrareccia che attraversa il bosco. Questa, seppure un po’ accidentata, è percorribile con automezzi a quattro ruote motrici e permette di raggiungere, come detto nell’itinerario n. 7, anche la strada per Pettino (Comune di Campello sul Clitunno).
Seguendo la via indicata saliamo sino ad un impluvio montano, aggiriamo un costone mantenendoci pressoché in quota e raggiungiamo, infine, un valichetto: Croce Sant’Angelo. Come indicato nell’itinerario n. 7 pubblicato nello stesso volume, poco prima di raggiungere il passo, a monte della sterrata, c’è un posto pic-nic, con tavolo, panche, caminetto. In prossimità troviamo fonte Canale, con abbeveratoi per gli animali al pascolo, restaurata anni or sono dalla Comunità montana. Al passo, un segnavia del Club Alpino Italiano in dica chiaramente l’approccio migliore per risalire la costa che ci conduce in breve ai ripetitori e, da questi, per cresta, alla vetta del Monte Serano (quota m 1429 s.l.m.), punto più alto del nostro comprensorio.
Il dislivello superato in salita è di circa 280 m, per circa 50 – 60 minuti di cammino.
Itinerario 12.2
Il punto di partenza è fissato presso la vetta del Monte Serano. Seconda tappa della traversata per cresta. In auto, si raggiunge da Pettino la zona dei ripetitori del Serano. In posto vi è la possibilità di parcheggio per qualche auto.
Un luogo adatto per una sosta può essere la zona del piano di Rio Secco.
Rileviamo la presenza di interessanti emergenze geologiche: le doline.
Questo percorso è adatto per tutta la famiglia, evidenziamo che è piuttosto ripida la discesa dalle creste a Rio Secco.
Le creste sono spesso piuttosto ventose.
Siamo dunque sulla vetta del Monte Serano.
In questa zona è stata rilevata la presenza del castelliere, studiato dai professori Finetti e Di Gennaro. Si presenta come un terrapieno artificiale, di forma ovale. L’asse maggiore decorre nel senso del crinale e si sviluppa per circa 20 metri. L’asse minore, perpendicolare al costone stesso, unisce i punti in cui il perimetro, costituito da accumuli di sassi, raggiunge la maggiore altezza. In questo manufatto è stato riconosciuto un recinto di età protostorica. Nella superficie pianeggiante interna sono stati rinvenuti alcuni frammenti di vasellame d’impasto, purtroppo ridotti in stato tale che non consente alcuna identificazione tipologica. Già in occasione dei primi studi furono notati segni inequivocabili di antichi sondaggi. Il castelliere, attualmente, è attraversato da una recinzione in paletti e filo spinato che divide i pascoli in Comune di Trevi da quelli in Comune di Campello. Queste notizie ci sono state gentilmente fornite dall’avvocato Carlo Zenobi (recentemente scomparso), grande storico e conoscitore di Trevi.
Dai ripetitori seguiamo la cresta che in leggera discesa e quindi con sali e scendi ci permette di raggiungere prima Colle Martorello (quota m 1374 s.l.m. circa), poi Monte Brunette (quota m 1421 s.l.m. – rilievo cartografico). In pratica seguiamo il filo di Arianna rappresentato da una recinzione con paletti di legno e filo spinato, percorrendo un sentierino che si snoda a tratti a sinistra, a tratti a destra della stessa. Su questi prati sassosi è facile incontrare cavalli al pascolo. Subito dopo Colle Martorello evidenziamo a oriente la presenza di un piccolo invaso artificiale, impermeabilizzato con P.V.C., realizzato per abbeverare il bestiame. Un altro piccolo invaso, utilizzato allo stesso scopo, lo possiamo notare prima di Monte Brunette, su una valletta a sinistra, in basso.
Da Monte Brunette discendiamo a vista verso il colle sottostante, a quota 1302 s.l.m., lo aggiriamo e giungiamo ad un boschetto di faggi. Continuiamo a scendere cercando di seguire la linea di minore pendenza verso il fosso che alimenta il Piano di Rio Secco. I camminamenti del bestiame al pascolo possono rendere più agevole la nostra discesa. Passiamo in destra idrografica e, costeggiando il fosso con comodo sentiero, giungiamo al piano (quota m 1164 s.l.m.). Oppure, da Monte Brunette, ci dirigiamo verso Monte Galandino, discendiamo l’impluvio tra i due monti fino a ritrovare il sentiero sulla destra idrografica. Su queste dorsali montuose, a primavera, è facile incontrare vaste distese coperte dalle candide spighe dell’asfodelo bianco.
Il Piano di Rio Secco è di origine carsica. Un vecchio pozzo, ristrutturato, ne capta le acque e una conduttura interrata le riversa in abbeveratoi presenti a valle, sulla sinistra della sterrata per lavilla di Rio Secco. Ai margini estremi orientali del piano carsico c’è una stalla di recente fattura. Prendiamo la carrareccia che delimita a nord – est il piano e, seguendola verso destra, giungiamo aifabbricati di Rio Secco. Da qui proseguiamo e arriviamo alla strada che, presa verso destra, ci conduce a Pettino.
Dai ripetitori del Monte Serano a Rio Secco occorre circa 1 ora e 45 minuti di cammino. Da Rio Secco a Pettino circa un’ora di percorrenza. Il dislivello in salita è di circa 90-100 m, quello in discesa sino al piano di Rio Secco è di circa 350 m.
Itinerario 12.2
Il punto di partenza è fissato presso la vetta del Monte Serano. Seconda tappa della traversata per cresta. In auto, si raggiunge da Pettino la zona dei ripetitori del Serano. In posto vi è la possibilità di parcheggio per qualche auto.
Un luogo adatto per una sosta può essere la zona del Piano di Rio Secco.
Rileviamo la presenza di interessanti emergenze geologiche: le doline.
Questo percorso è adatto per tutta la famiglia, evidenziamo che è piuttosto ripida la discesa dalle creste a Rio Secco.
Le creste sono spesso piuttosto ventose.
Siamo dunque sulla vetta del Monte Serano.
In questa zona è stata rilevata la presenza del castelliere, studiato dai professori Finetti e Di Gennaro. Si presenta come un terrapieno artificiale, di forma ovale. L’asse maggiore decorre nel senso del crinale e si sviluppa per circa 20 metri. L’asse minore, perpendicolare al costone stesso, unisce i punti in cui il perimetro, costituito da accumuli di sassi, raggiunge la maggiore altezza. In questo manufatto è stato riconosciuto un recinto di età protostorica. Nella superficie pianeggiante interna sono stati rinvenuti alcuni frammenti di vasellame d’impasto, purtroppo ridotti in stato tale che non consente alcuna identificazione tipologica. Già in occasione dei primi studi furono notati segni inequivocabili di antichi sondaggi. Il castelliere, attualmente, è attraversato da una recinzione in paletti e filo spinato che divide i pascoli in Comune di Trevi da quelli in Comune di Campello. Queste notizie ci sono state gentilmente fornite dall’avvocato Carlo Zenobi, grande storico di Trevi.
Dai ripetitori seguiamo la cresta che in leggera discesa e quindi con sali e scendi ci permette di raggiungere prima Colle Martorello (quota m 1374 s.l.m. circa), poi Monte Brunette (quota m 1421 s.l.m. – rilievo cartografico). In pratica seguiamo il filo di Arianna rappresentato da una recinzione con paletti di legno e filo spinato, percorrendo un sentierino che si snoda a tratti a sinistra, a tratti a destra della stessa. Su questi prati sassosi è facile incontrare cavalli al pascolo. Subito dopo Colle Martorello evidenziamo a oriente la presenza di un piccolo invaso artificiale, impermeabilizzato con P.V.C., realizzato per abbeverare il bestiame. Un altro piccolo invaso, utilizzato allo stesso scopo, lo possiamo notare prima di Monte Brunette, su una valletta a sinistra, in basso.
Da Monte Brunette discendiamo a vista verso il colle sottostante, a quota 1302 s.l.m., lo aggiriamo e giungiamo ad un boschetto di faggi. Continuiamo a scendere cercando di seguire la linea di minore pendenza verso il fosso che alimenta il Piano di Rio Secco. I camminamenti del bestiame al pascolo possono rendere più agevole la nostra discesa. Passiamo in destra idrografica e, costeggiando il fosso con comodo sentiero, giungiamo al piano (quota m 1164 s.l.m.). Oppure, da Monte Brunette, ci dirigiamo verso Monte Galandino, discendiamo l’impluvio tra i due monti fino a ritrovare il sentiero sulla destra idrografica. Su queste dorsali montuose, a primavera, è facile incontrare vaste distese coperte dalle candide spighe dell’asfodelo bianco.
Il Piano di Rio Secco è di origine carsica. Un vecchio pozzo, ristrutturato, ne capta le acque e una conduttura interrata le riversa in abbeveratoi presenti a valle, sulla sinistra della sterrata per lavilla di Rio Secco. Ai margini estremi orientali del piano carsico c’è una stalla di recente fattura. Prendiamo la carrareccia che delimita a nord – est il piano e, seguendola verso destra, giungiamo aifabbricati di Rio Secco. Da qui proseguiamo e arriviamo alla strada che, presa verso destra, ci conduce a Pettino.
Dai ripetitori del Monte Serano a Rio Secco occorre circa 1 ora e 45 minuti di cammino. Da Rio Secco a Pettino circa un’ora di percorrenza. Il dislivello in salita è di circa 90-100 m, quello in discesa sino al piano di Rio Secco è di circa 350 m.
Itinerario 12.3
Il punto di partenza è il piano di Rio Secco che si può raggiungere in auto da Coste. È obbligatorio parcheggiare fuori dai prati.
Un luogo adatto per una sosta è presso il pozzo del Falcaro (acqua non potabile) o il Pian di Spina. Suggeriamo la possibilità di unire questo percorso ad altri proposti.
Da Ponze ad esempio si può scendere a Coste con l’itinerario n. 5, oppure a Manciano con l’it. n. 3, o a Matigge con gli itt. n. 5 + n. 14. Ponze si può raggiungere in auto da S. Maria in Valle, con la strada che costeggia una cava.
Questo percorso è adatto per tutta la famiglia.
Come al solito ricordiamo che le creste sono ventose e raccomandiamo di fare attenzione in caso di temporali.
Dal piano di Rio Secco prendiamo la carrareccia a sinistra, sino ad un bivio che ci conduce verso Nord. In alto, a sinistra, notiamo una piccola chiesetta, di moderna fattura. In primavera i prati si coprono di viole gialle e viola, un tappeto floristico di rara bellezza.
Saliamo per prati a Cima Monte, quindi scendiamo in direzione di Casa Cima Monte. Superiamo il bivio con la stradina che conduce al fabbricato e prendiamo, all’incrocio successivo, il sentierino sulla destra che gira intorno al Monte Lagarella. Volendo, possiamo risalire questa cima (quota m 1275 s.l.m. riferimento cartografico) per poi ridiscendere al valico tra questa e Monte Rozzo dove, poco in basso, vediamo un piccolo invaso artificiale. In queste zone è facile trovareanimali al pascolo.
Dalla vetta del Monte Lagarella, nelle giornate limpide, possiamo ammirare un panorama che si estende dai Monti Sibillini sino al Gran Sasso. Precisamente, dalla vetta, volgendo lo sguardo verso Est, in secondo piano, troviamo a N 80° E il Monte Rotondo, tagliato a mezza costa dalla strada che sale al Rifugio del Fargno. Seguono, verso destra, il Pizzo Senza Nome e il Pizzo Tre Vescovi. Appena un poco più in primo piano, notiamo il massiccio calcareo, dall’aspetto quasi dolomitico, del Monte Bove Nord e quindi il Monte Bove Sud. In secondo piano, notiamo che svetta appena la punta della “piramide” del Monte Priora (per individuarla puntiamo la direzione N 85° E circa). Superato il gruppo del Bove, ad E 5° S, si intuisce la vetta del Monte Sibilla. Il nostro sguardo incontra, quindi, Monte Porche, Sasso Borghese, Monte Argentella ed infine Monte Vettore. Di questo riconosciamo facilmente lo Scoglio dell’Aquila, sperone roccioso di forma triangolare, ben visibile poco sotto quella che per noi è la vetta del monte. Alcuni gradi più a meridione, precisamente intorno ad E 40° S, notiamo i due corni del Massiccio del Gran Sasso d’Italia. Tra questo gruppo e quello dei Monti Sibillini, ammiriamo, in secondo piano, le creste del sistema orografico dei Monti della Laga.
Aggiriamo ad est Monte Rozzo, lasciando la vetta a sinistra (quota m 1230 s.l.m. – rilievo cartografico). Ancora una volta possiamo, in alternativa, risalire il monte per poi ridiscenderlo verso il passo sottostante.
Ad oriente della sella, poco a valle della stessa ma non visibile lungo il nostro itinerario, troviamo il già citato Pozzo del Falcaro, altra opera per il recupero delle acque meteoriche. Queste vi sono convogliate, da monte, con canaletti scavati nella terra e nella roccia. Le acque sono raccolte in due pozzetti di decantazione, ricavati nella pietra in posto e grossolanamente impermeabilizzati con il cemento. Da questi, attraverso fori posti ad opportuna altezza e tubi di raccordo, l’acqua decantata defluisce nel pozzo conserva. Due serie di trogoli, ormai fatiscenti, servivano per abbeverare il bestiame al pascolo. Ricevevano l’acqua che, sollevata con dei secchi, era riversata in due vaschette interne al pozzo stesso, a loro volta collegate agli abbeveratoi tramite tubi di ferro, ancor’oggi visibili. Attualmente, un pesante coperchio di ferro chiude l’imbocco del pozzo. A valle della struttura, in buono stato di conservazione, ci sono due nuovi abbeveratoi, che certamente ricevono l’acqua dal punto di raccolta, per caduta.
Continuando un poco, prima che le tracce sin qui seguite riprendano a salire, troviamo sulla sinistra un sentiero che scende nel bosco. Lo prendiamo e con vari tornanti raggiungiamo il fosso che costeggia il Pian di Spina.
Lo discendiamo, mantenendoci in sinistra idrografica.
Risaliamo il valichetto che abbiamo di fronte, ad occidente.
Superiamo il passo e, proseguendo lungo la sterrata, arriviamo al paese di Ponze (quota di riferimento cartografico m 864 s.l.m.), che già abbiamo avuto modo di conoscere con altri itinerari. Lo raggiungiamo in breve tempo.
Salendo ogni vetta, per ridiscendere poi alla sella sottostante, si supera un dislivello in salita di circa 270 m. Per compiere questo itinerario si impiegano circa 2 ore e 30 minuti di cammino.
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L’itinerario può essere scaricato per utilizzarlo con i dispositivi GPS, le applicazioni GPS dei dispositivi Android, iOS, ecc., e per elaborarlo con i più diffusi software GIS.