Ci sono principalmente “boschi di alto fusto” e le specie più diffuse sono l’abete rosso, il pino, il larice e l’abete bianco e, in Italia centrale, il faggio.
L’aspetto negativo di questa notizia, positiva da tanti punti di vista, è che la crescita della superficie boschiva non è stata determinata da una precisa strategia nazionale ‘pro natura’, ma dall’abbandono dei territori collinari e montuosi da parte degli abitanti; così l’ambiente non più presidiato dall’uomo viene progressivamente, e in taluni casi anche velocemente, ripreso dal bosco.
(Fonte: It.blastingnews.com)
Per capire meglio questo aspetto basta osservare le superfici olivetate delle aree collinari marginali presenti in Valle Umbra, abbandonate in quanto non meccanizzabili e, quindi, certamente poco redditizie: ovunque l’ambiente boschivo sta ampliando i propri confini!