ALBERI MONUMENTALI. RESPONSABILITÀ, PATTO COLLETTIVO, PASSIONE E RESILIENZA DI NICOLETTA INNOCENTI
Riflettendo sul tema dei PATRIARCHIVERDI il primo sentimento che desidero esprimere nei confronti di tutti coloro, singoli appassionati e Associazioni, che in questi anni sono stati impegnati sul campo della tutela e della salvaguardia, è di profonda gratitudine per una straordinaria narrazione condivisa.
Una narrazione comune che ci permette oggi, dopo quattro anni e mezzo dal primo evento drammatico che ha riguardato la QUERCIA DELLE CHECCHE con il crollo della grande branca primaria, di poter parlare di Alberi Monumentali quali esseri senzienti, oltreché nella loro nuova qualità di opere della natura che debbono essere oggetto di cura e tutela, al pari delle grandi opere d’arte realizzate dall’uomo e dal suo ingegno.
In questo contesto la Quercia delle Checche ha certamente acquisito in questi anni un valore simbolico fortemente paradigmatico nel mondo delle Monumentali in Italia, una sorta di prototipo metodologico che ha permesso di definire in buona misura compiti e ruoli nel rapporto tra Cittadini responsabili e Istituzioni, tra Associazioni del settore della tutela e della protezione dell’ambiente e Enti pubblici, in relazione alla vita delle comunità locali e all’interazione stretta delle stesse con il paesaggio e le grandi opere della natura. Ciò di cui parliamo fa esplicito riferimento alla responsabilità condivisa e alla partecipazione attiva. Si intende che il cittadino non può essere investito direttamente della salvaguardia dei Monumenti Verdi sotto un profilo tecnico-scientifico (per tale specifico aspetto, infatti, devono essere coinvolti esperti di settore e comitati scientifici), ma il cittadino ha un ruolo insostituibile, quello del monitoraggio, della tutela, della vigilanza rispetto al territorio, non più demandabile al soggetto pubblico, che ha dimostrato ampiamente carenze e colpevoli distrazioni. Il cittadino può e deve essere protagonista nel rapporto dialettico con la natura, nella valenza socio antropologica che ha costituito la base della cultura mediterranea, nella relazione sinergica tra Uomo/Donna e Natura, tra Paesaggio umanizzato e Paesaggio naturale, nella dimensione dell’Essere profondo del rapporto identitario con la Terra e ancor più con la Terra Madre che tanto viene rappresentata nella percezione dei Patriarchi e delle Matriarche della Natura.
Il cittadino partecipe e responsabile stringe un patto con il territorio e con la storia che lo ha determinato, garantendo non solo una vita biologica ma anche una vita sociale degli ambienti naturali e ai Patriarchi Verdi, sostanziando nella cura e nel rispetto un punto relazionale determinante per la tutela e la conservazione, ma anche per la creazione di progetti innovativi sempre più spesso legati alle attività didattiche, le uniche azioni veramente in grado di offrirci una reale speranza per il futuro. La Quercia delle Checche ha forse rappresentato in modo magistrale questo aspetto dell’essere soggetto vegetale maestoso, con i suoi oltre 370 anni stimati di vita, e al contempo essere spirituale (luogo magico per eccellenza per la Val d’Orcia e per la sua gente) e essere sociale, catalizzatore di memorie private e pubbliche per le comunità dei territori che la circondano. Allo stesso tempo, purtroppo, la Matriarca della Val d’Orcia è stata per ben due volte colpita dall’insipienza dell’uomo, da un deviato concetto di antropocentrismo e di gestione del potere da parte di certe amministrazioni locali ben lontane Dai concetti di ‘buon governo delle città e delle campagne’ che già nel trecento Ambrogio Lorenzetti auspicava. Ma gli alberi sanno insegnarci la pacatezza, la tenacia, la resilienza. Nel fluire delle stagioni così come la caparbietà degli alberi di nascere e morire, anche la tenacia e in buona misura l’ottimismo, tratti che non hanno mai abbandonato il nostro numeroso e motivato gruppo di volontari e cittadini.
I Monumenti Verdi, le opere grandiose della natura hanno la straordinaria capacità di contenere in sé il patrimonio identitario dei luoghi e dei suoi abitanti, di acquisire spesso valenze magico-simboliche, di divenire contenitori di memorie, privati dei quali le comunità si sentono orfane, come perdere parte del proprio apparato radicale.
Non è un caso che il riconoscimento ottenuto dalla Quercia delle Checche da parte del MiBACT nel giugno del 2017 come primo Monumento Verde d’Italia ha avuto come motivazione non solo aspetti legati alla vetustà e alla maestosità dell’albero ma gli elementi di interazione antropica tra luogo, albero, territorio e popolazioni residenti e turisti.
Un complesso sistema di relazioni virtuose che rende la Monumentale quale Patrimonio Culturale Collettivo e per tale ragione avente dignità di tutela.
In questo nostro racconto condiviso un ringraziamento speciale intendiamo rivolgerlo a Ilaria Borletti Buitoni, già Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che ha avuto da subito, incontrando la Quercia delle Checche, l’intuizione per una straordinaria rivoluzione copernicana: ritenere gli Alberi Monumentali come Opere d’Arte della Natura e quindi opere che necessitano di specifica tutela e salvaguardia. Come espressamente indicato nella Carta di Siena – Carta valoriale dei Monumenti Verdi (documento presentato in occasione del convegno ‘La tutela dei monumenti verdi. Un nuovo approccio ecologico al diritto’ organizzato dall’Università di Siena, dall’Associazione Opera Val d’Orcia e dal Comune di Siena, Siena 5-6 ottobre 2018), la salvaguardia dei Monumenti Verdi richiede l’opportunità di instaurare un rapporto nuovo e più strettamente dialettico tra esseri umani e natura, un nuovo approccio ecologico al diritto che preveda il riconoscimento chiaro ed esplicito degli alberi come esseri senzienti e quindi aventi diritti non più derogabili, declinando in forme nuove e responsabilizzanti il precedente approccio che vedeva la centralità dell’uomo sulla natura e che ha prodotto i danni irreversibili di cui oggi siamo purtroppo ogni giorno più drammaticamente consapevoli. I monumenti arborei sono elementi di primario valore nell’ecosistema ambientale, che definiscono la stessa esistenza umana e che caratterizzano con la loro presenza il paesaggio armonico o disarmonico in relazione al nostro amore e alla nostra cura verso l’ambiente.
I Grandi Alberi sono espressione identitaria dei luoghi e delle comunità che li abitano, della loro storia, della loro economia, della loro appartenenza alla Terra, sono in altre parole espressione di un patrimonio culturale che appartiene alla collettività e che da questa deve essere salvaguardato e protetto, dai cittadini e da una governance attenta e lungimirante.
NICOLETTA INNOCENTI
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE OPERAVAL D’ORCIA, ESPERTA DI SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO LOCALE, FONDATRICE DI VERDIDEA GROUP
ASSOCIAZIONE OPERA VAL D’ORCIA
Si costituisce nell’agosto 2017, dopo tre anni di attività svolta nella forma di movimento di cittadini e volontari, sorto come moto spontaneo di aggregazione dal basso nel settembre 2014 a seguito del crollo della prima
grande branca della Matriarca di Val d’Orcia e denominato SOS – QUERCIA DELLE CHECCHE.
Il termine OPERA è relazionale alla storia del territorio e non casuale. Questo termine infatti, non fa solo riferimento ai concetti di Opera artistica, Opera della natura, Opera culturale, ma si riferisce soprattutto al termine ‘Opra’ o ‘Opera’ utilizzato dai nostri vecchi per esprimere il concetto di attività di mutuo soccorso, ovvero di opera a servizio degli altri senza remunerazione, scambio di lavoro sulla base della reciproca necessità. Quindi un’opera che non era retribuita, che nella civiltà contadina alle soglie del boom economico da noi ancora si offriva, ad esempio, per aiutare una famiglia in difficoltà, che poteva anche essere di semplici conoscenti, senza alcun legame parentale, solo perché riconosciuta in una condizione di necessità per una attività legata alla terra e alla sussistenza della famiglia.
OPERA sintetizza quindi mirabilmente i concetti, e i valori nei nostri territori fino agli anni ’50, di solidarietà spontanea, disponibilità al sostegno reciproco, responsabilità verso la comunità, dignità anche nella povertà e generosità d’animo.
Per la nostra Associazione il termine OPERA ci è sembrata la parola giusta da adottare e in questa logica abbiamo ritenuto da subito importante fare rete con le altre Associazioni locali aventi finalità similari.
E così sono convogliate all’interno di Opera Val d’Orcia collaborazioni e progettualità sinergiche di tante associazioni che operano da tempo nel nostro territorio, come Legambiente Valdichiana, Italia Nostra Siena, Club UNESCO Siena e altre, andando a costituire un insieme di realtà che hanno avuto modo di muoversi in maniera coesa, una sorta di laboratorio di idee, di forum permanente, per affrontare e risolvere insieme dei problemi superando il gap tipico delle associazioni locali che è spesso costituito dell’eccessiva frammentazione dei soggetti in campo e degli sforzi prodotti.
Opera Val d’Orcia è un’Associazione aperta e senza fini di lucro, attenta al territorio e alle dinamiche culturali, antropologiche ed educative, è un luogo di proposizione e progettualità nella direzione della cura e della salvaguardia, delle buone pratiche e della sostenibilità, immaginando che si debbano sempre porre le condizioni per lavorare in forma collettiva per sostenere la crescita di cittadini migliori, partecipi e consapevoli.
Per questa ragione da anni collaboriamo con grande soddisfazione con i bambini delle scuole materne, elementari e medie di un territorio vasto del sud del senese con il progetto ‘Vivaio Diffuso’. Per questa stessa ragione a partire da quest’anno siamo impegnati nel progetto ‘Paesaggi Umani’ che vede, anche in questo caso, il contributo di idee e visioni di nuove associazioni che si sono aggiunte al nostro gruppo in un comune viaggio, in una straordinaria narrazione condivisa fatta di passione, determinazione e cura verso la terra che ci accoglie.
NICOLETTA INNOCENTI
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE OPERAVAL D’ORCIA, ESPERTA DI SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO LOCALE, FONDATRICE DI VERDIDEA GROUP