Nome botanico della specie: Olea europaea L.
Nome popolare con cui l’albero è conosciuto localmente: olivo di Sant’Emiliano
Circonferenza tronco: 9,1 m
Altezza pianta: 5,0 m
Ampiezza chioma: 8,2 m (stimata)
Età: 1599±246 anni età calcolata della pianta policaule; 195±30 anni età del legno ricavata con il metodo al radiocarbonio (14C) [G. Pannelli et alii 2009]. L’olivo di Sant’Emiliano è probabilmente l’olivo più antico dell’Umbria e certamente fra i più antichi d’Italia, censito dal Corpo Forestale dello Stato tra gli alberi monumentali nazionali
Stato di salute (a vista): buono
Codice piante elenco regionale: 108
Altitudine (m s.l.m.): 299
Bibliografia: G. Pannelli et alii 2009; G. Pannelli 2011
Rilevatore/autore della scheda: Giampaolo Filippucci, Alvaro Paggi, Tiziana Ravagli, Franco Spellani
L’olivo vegeta in località Corciano (o Carpiano) poco a valle dell’abitato principale, in un uliveto prossimo alla strada. Nel 2002 è stato recintato nel rispetto della sua incolumità e della proprietà che lo circonda. Analisi effettuate dal Centro di Ricerca per l’Olivicoltura e l’Industria Olearia sede di Spoleto, alcuni anni or sono, hanno stabilito che questo olivo non appartiene ad alcuna delle cultivar diffuse nel territorio, ma sarebbe un ecotipo con un genotipo particolare. Questo potrebbe giustificare la sua resistenza alle gelate (galaverne) che periodicamente infliggono duri colpi all’olivicoltura di questo territorio. Studi recenti collocano geneticamente l’olivo di Sant’Emiliano in una posizione di transizione tra l’olivastro e la varietà ‘Moraiolo’.
La storia di questo olivo è legato a quella di sant’Emiliano (Miliano nei testi antichi), primo vescovo di Trevi e patrono della città (si festeggia il 28 gennaio). Il santo subì il martirio nel 303 (o più probabilmente nel 304), durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano.
Annotiamo che quasi tutti gli autori riportano come anno della morte del santo il 303, ma lo storico trevano Carlo Zenobi, citando la Passio, ricorda che «Il quinto giorno prima delle kalende di febbraio corrisponde al nostro 28 gennaio. Poiché la persecuzione di Diocleziano ebbe inizio con l’editto del 23 febbraio 303 è da ritenere che l’esecuzione capitale del vescovo Miliano sia avvenuta il 28 gennaio 304».
Secondo la Passio Sancti Miliani, dopo innumerevoli supplizi il santo fu legato a un giovane olivo e lì fu decapitato: la tradizione popolare vuole che questa pianta sia proprio quella conosciuta come olivo di Sant’Emiliano.
Ricordiamo che esistono due codici con la Passio Sancti Miliani in cui sono descritti minuziosamente il martirio e la morte del santo. Il più antico, del IX-X secolo, è conservato a Montecassino, l’altro del XII secolo è nell’archivio del duomo di Spoleto [www.protrevi.com].
Nel racconto della passione sono narrati episodi del martirio che fanno esplicito riferimento a importanti elementi del territorio, quasi a voler identificare la figura di sant’Emiliano con la stessa città di Trevi.
La sera del 27 gennaio per le vie del capoluogo municipale, illuminate con fiaccole a olio, si snoda una processione dedicata al santo patrono le cui origini risalgono all’Alto Medioevo o al Tardo Antico: è la ‘Processione dell’Illuminata’, forse la più antica dell’Umbria, risalente con ogni probabilità all’anno 1264 [www.protrevi.com].