Nome botanico della specie: Olea europaea L.
Circonferenza tronco: 3,0 m – annotiamo che per questo olivo ha poco senso parlare di circonferenza, in quanto le successive operazioni di slupatura, condotte nel succedersi dei tanti anni di vita della pianta, hanno ridotto drasticamente la dimensione attuale e complessiva del tronco
Altezza pianta: 4,0 m (stimata) – effetto potatura
Ampiezza chioma: 5,5-6,0 m (stimata) – effetto potatura
Età: sconosciuta, certamente secolare (stimata)
Stato di salute (a vista): discreto/buono
Altitudine (m s.l.m.): 395
Rilevatore/autore della scheda: Giampaolo Filippucci, Tiziana Ravagli
Questo ulivo si trova immerso nel paesaggio olivetato in zona La Cura (cimitero) di Pigge, località Le Piatte.
Ripetute operazioni di slupatura, realizzate in chissà quanti anni per raggiungere ogni volta il legno sano e mettere a nudo una superficie liscia e pulita, hanno scavato profondamente il tronco dell’olivo che, almeno da un certo punto di osservazione, si presenta quasi fosse una ‘parete’ concava. Dalla parte opposta, invece, il tronco contorto e rugoso mostra pienamente la bellezza antica e l’età vetusta della pianta.
Spesso ci addentriamo nel paesaggio olivetato della Valle Umbra, semplicemente per il piacere di immergerci in questi luoghi che offrono bei panorami e sensazioni di pace e tranquillità, altrove rare…
Durante una di queste ‘immersioni’ ci è capitato di muoverci lungo sentieri e stradine tra Pigge e Pissignano, salire e discendere seguendo vecchi cammini e, così facendo, arrivare a scoprire vecchi olivi che pur non raggiungendo la monumentalità del maestoso (e certo irraggiungibile) ‘Olivo di Sant’Emiliano’ ci attraggono per la loro forma, per i tronchi contorti, per la corteccia rugosa, per… la loro bellezza antica!
Questo olivo è esattamente uno di questi…
Andarlo a vedere è però – in primo luogo e soprattutto! – una splendida occasione per fare una bella passeggiata nel verde olivato delle colline che bordano a oriente la Valle Umbra, immergersi in queste atmosfere, osservare (in questo periodo tra fine ottobre e novembre) la raccolta delle olive, che qui avviene con i più moderni metodi meccanici o, ancora, con l’antica ‘brucatura a mano’, utilizzando scale di legno e le caratteristiche gerle di tela portate a tracolla, i ‘cujituji’, dove le olive sono lasciate cadere da gesti sapienti, e lasciarsi incantare da questi incontri: olivi secolari che racchiudono l’essenza stessa del nostro ambiente e della nostra storia.