Patriarchi verdi perduti
Tutti gli alberi (monumentali o meno) sono esseri viventi e come tali nascono, crescono, invecchiano, si possono ammalare e infine… muoiono.
Il nostro compito è sicuramente quello di tutelarli e curarli al meglio, finché è possibile!
Ma una considerazione è opportuna: ogni volta che un fortunale abbatte degli alberi e la conseguente caduta provoca danni a cose o, peggio ancora, a persone, in tutti noi nasce una reazione giustificatissima.
A tale proposito ci sovvengono le parole di Marco Dinetti, responsabile ‘Ecologia urbana’ della Lipu, in occasione della presentazione del documento ‘Alberi in città: sostituire o conservare?’, dedicato a un tema di grande attualità nel contesto della gestione del verde urbano, ovvero se sia opportuno procedere nel tempo alla sostituzione delle alberate, soprattutto di viali e piazze:
«La gestione del verde urbano deve essere razionale ed equilibrata, considerando tutti i fattori che entrano in gioco, come i servizi ecosistemici, il paesaggio, la sicurezza e la biodiversità.
Occorre privilegiare le tecniche agronomiche che migliorano lo stato di salute delle piante, e quindi la loro stabilità, effettuando controlli regolari e mettendo in atto misure per aumentare la sicurezza, nel rispetto degli alberi. Gli interventi più invasivi, come potature e abbattimenti, vanno effettuati in maniera mirata e solo dove realmente necessario.
Un certo rinnovo delle alberature in città è necessario, ed i piani di gestione devono essere decisi da quelle professionalità che hanno una competenza specifica, come agronomi e forestali, in stretta collaborazione con ecologi, botanici e ornitologi. Senza dimenticare la sinergia con la cittadinanza, perché il verde urbano è un bene comune e di interesse pubblico» [www.lipu.it,‘Alberi: la Lipu per una gestione equilibrata del verde urbano’, 4 febbraio 2019].
Ci sembra così di poterne dedurre che è certamente necessario un monitoraggio costante delle alberature e dei singoli alberi in città, nei parchi, lungo i viali, nei cimiteri ecc., per curali e preservarli, ma anche, quando necessario, per abbattere esemplari che presentino problemi prima che possano causare danni, a prescindere che si tratti o meno di patriarchi verdi, perché, leggiamo sempre nell’articolo della Lipu:
«[…] Se è vero che in città le piante subiscono molti stress a causa dell’inquinamento e degli scavi che danneggiano le radici, occorre sottolineare che gli alberi non hanno una durata massima della vita come accade negli animali, non essendovi corrispondenza tra età cronologica e sviluppo. La longevità delle piante può raggiungere diverse centinaia e perfino migliaia di anni, e questo avviene anche nelle aree urbane […]» [www.lipu.it,‘Alberi: la Lipu per una gestione equilibrata del verde urbano’, 4 febbraio 2019].
Diventa pertanto indispensabile investire in professionalità anche nel campo, troppo spesso sottovalutato, del verde e del verde urbano.
A tale proposito ci piace anche ricordare un bell’intervento (‘Dal sistema vincolistico alle linee guida per la gestione degli alberi monumentali’) di Andrea Maroè, presidente Giant Trees Foundation, che il 5 ottobre 2018 nell’ambito del convegno ‘La tutela dei monumenti verdi. Un nuovo approccio ecologico al diritto’ (Siena, Santa Maria della Scala, 5-6 ottobre 2018), ha illustrato tanti aspetti molto interessanti legati alla tutela ma anche alla gestione degli alberi monumentali e ha saputo ben spiegare il fatto che la ‘cura’ del patriarca verde deve avvenire con un approccio sistemico, una visione complessiva e integrata, che tenga conto dell’età e della specie di ciascun singolo esemplare, del luogo in cui vegeta, del contesto ambientale in cui si trova ecc., che non può comunque essere lo stesso con cui si affrontano i problemi gestionali della pianta giovane, un po’ come accade in medicina con i vari specialisti (geriatra e pediatra).
In conclusione: l’elenco dei ‘patriarchi verdi perduti’, come è facile immaginare e come è nella logica della vita, è destinato a crescere nel tempo, ma nel tempo, grazie alle nostre cure e alla nostra attenzione, potrà sicuramente crescere ancor di più l’elenco dei monumenti arborei vivi, vegeti e in buona salute, garantendo nel contempo sicurezza e ‘verde’, anche il bellissimo e affascinante ‘verde storico’, a tutti!