trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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Nota introduttiva degli autori
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo
di emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche,
molto spesso sconosciute e in troppi casi caratterizzate da
un avanzato stato di rovina.
Da tempo pensavamo ad un lavoro che fosse un viaggio di
conoscenza, censimento e valorizzazione delle peculiarità
artistiche ed architettoniche della nostra pianura, ove una
storia millenaria è oggi testimoniata solo da piccole
emergenze, molte delle quali, peraltro, già deteriorate dal
trascorrere del tempo e dall’incuria dell’uomo.
Un cammino di studio per conoscere e far conoscere anche il
patrimonio naturalistico della pianura, evidenziandone la
storia geologica, la ricchezza floristica, tra cui citiamo
la presenza di inusuali orchidee, regine solitarie dei
recessi più naturali ed incontaminati della nostra valle, o
come i “monumenti” arborei, testimoni di una cultura
agronomica che si perde nei secoli.
L’occasione per realizzare questo lavoro, più che la sua
idea, ci è stata offerta dalla concomitanza con l’evento
giubilare dell’anno 2000. Evento che si è arricchito in sede
locale per il fatto che la chiesa parrocchiale di Cannaiola
– stimata nel mondo cattolico in quanto luogo di culto del
beato don Pietro Bonilli e recentemente elevata a titolo di
santuario – è stata individuata come una delle cinque chiese
giubilari dell’Arcidiocesi Spoleto-Norcia. Ci eravamo
ripromessi, infatti, di produrre un libretto sulla nostra
valle che invogliasse i pellegrini del Giubileo, dopo averne
conosciuto l’essenza religiosa, a tornare nel nostro
territorio, per centellinarne gli antichi sapori, permearsi
della calma atavica della gente umbra, conoscere la storia e
l’arte di questi luoghi.
Volendo accostare questa nostra esperienza alla metafora
della vita potremmo osservare che il nostro libro è stato
concepito nel 1999, quando lo abbiamo proposto alla Pro
Trevi e, con questa Associazione, al GAL Valle Umbra. Ha
visto la luce nell’anno 2000, quando abbiamo iniziato a
comporlo, scrivendo molte delle sue pagine. Ha, poi,
raggiunto la sua maturità, che per un libro è certamente la
pubblicazione e la diffusione, alla fine del primo anno del
nuovo millennio e quindi con un po’ di ritardo rispetto
all’idea iniziale dell’anno giubilare.
Studiando e ricercando, abbiamo scoperto, infatti, un mondo
per molti versi sconosciuto; un territorio che, pur
ricchissimo di storia, ne ha perso quasi definitivamente
ogni traccia. Un ambiente in cui, quel poco che ancora
sopravvive di un importante passato, minaccia di andare
irrimediabilmente perduto. Il nostro lavoro si è
trasformato, allora, in una sorta di libro bianco rivolto
anche, e forse soprattutto, a noi trevani, perché conoscendo
i nostri luoghi possiamo tutti insieme trovare la forza di
evitarne il degrado, salvando quello che si può ancora
salvare e recuperando fattivamente la memoria di ciò che è
stato. Per tale motivo abbiamo ritenuto più importante
privilegiare questo percorso di comprensione, piuttosto che
uscire nei tempi inizialmente previsti dell’anno giubilare.
I risultati di questo viaggio ci ammoniscono, però, che
dobbiamo fare in fretta ed avviare da subito l’opera di
recupero e salvaguardia del patrimonio artistico, culturale
e naturalistico, specialmente delle così dette “emergenze
minori”, perché si corre davvero il rischio, come troppo
spesso ci è capitato di verificare durante il nostro studio,
di dover dire “qui una volta c’era”: un bene che una volta
perduto, lo è per sempre.
Ci possiamo riallacciare, ora, alla metafora iniziale e al
periodo di analisi e di studio che ci ha condotto ad
approfondire la nostra conoscenza e ci ha indicato una via
di ricerca di cui questo libro è solo un punto di partenza,
un primo, piccolo passo per uscire dall’ignoto. Una via che
si presenta ancora lunga ed intensa e, speriamo, anche ricca
di soddisfazioni, come dovrebbe essere la vita di ogni nuovo
essere che nasce.
Una riflessione che proponiamo all’attenzione di chi ama e
lavora in questa regione, per rinnovare il giudizio e
l’approccio al territorio di pianura, non più da rapinare,
come è avvenuto in passato e soprattutto nei decenni appena
trascorsi, ma da comprendere, amare e conservare, per noi e
per le future generazioni.
Ed è soprattutto a queste che ci rivolgiamo, per affidare
loro, ai bimbi di oggi e di domani, questo sogno, con la
speranza che sappiano gestire meglio di noi il proprio
mondo.
Dedichiamo, dunque, questo lavoro a tutti i bambini, ai
bambini di tutto il mondo, ai bambini della nostra terra,
a Valentina, Elisa, Giammarco, a Guenda Camilla.
…
Terminiamo queste brevi note introduttive, ricordando che
questo lavoro è anche un frammento, limitato al solo
territorio vallivo, dell’opera di censimento, studio e
divulgazione del patrimonio culturale del nostro comune.
Un’idea importante proposta da Franco Spellani nell’ambito
dell’attività dell’Associazione Pro Trevi, alla quale
abbiamo aderito con entusiasmo.
Ringraziamo, quindi, la Pro Trevi per l’occasione che ci ha
offerto, con una menzione speciale per il Presidente, Dr.
Luigi Andreani, e per i Vice-Presidenti – nonché carissimi
amici – Sandro Verzari e Franco Spellani. Per quest’ultimo,
evidenziamo, in particolare, come, lavorando insieme per
portare avanti la sua idea, sia diventato a pieno titolo
coautore di questo volume.
Ringraziamo, poi, il GAL Valle Umbra per avere accettato la
nostra proposta ed averla inserita tra i suoi progetti
(minori), fornendoci quella risorsa di base che ci ha
consentito di avviare il lavoro.
Ringraziamo, inoltre: il Prof. Carlo Cattuto, del
Dipartimento di Scienze della Terra – Università degli Studi
di Perugia, e la Dr.ssa Mariagrazia Possenti, della Regione
dell’Umbria – Ufficio Parchi, per la lettura delle parti di
specifica competenza professionale; la Signora Palma Areni
per la consulenza culinaria; Raffaello Ravagli per la
lettura del testo e gli utili suggerimenti.
Un ringraziamento particolare lo rivolgiamo, infine, a Erica
Ravagli, che anche questa volta ci ha assistito con affetto,
pazienza e capacità nelle varie fasi di lettura e rilettura
del libro e delle bozze.
Concludendo, invitiamo tutti i cittadini trevani e tutti gli
amici della nostra terra a segnalarci toponimi, tradizioni,
edicole, documenti, monumenti arborei e quant’altro sia
degno di essere ricordato, per contribuire tutti insieme
all’opera di conservazione del nostro patrimonio di cultura
e antiche tradizioni.
Per questo motivo a fondo testo abbiamo inserito alcune
pagine bianche, perché girovagando per la nostra valle
(libro alla mano) ciascuno di noi possa annotare appunti e
commenti e partecipare così, fattivamente, all’opera appena
avviata.
Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci,
Alvaro Paggi
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"Trevi de planu"
di Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci, Alvaro Paggi
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