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Bagolaro |
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Terebinto |
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Tasso barbasso |
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Veronica maggiore |
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Qui di seguito proponiamo uno dei vari itinerari che si
possono percorrere per visitare alcune delle frazioni pedecollinari e
collinari del comune di Trevi.
Partiamo dalla Torre di Matigge, ai bordi della Strada Statale n. 3,
Flaminia, circa al km 146.
Superata la torre, passiamo davanti ad un hotel e procediamo in salita
sulla strada principale. Ignoriamo i primi due bivi sulla sinistra,
mentre al terzo, in corrispondenza di un dosso evidente, prendiamo a
sinistra e continuiamo a salire.
Sempre seguendo la strada principale, asfaltata, svoltiamo ancora a
destra ed arriviamo ad un borghetto. Girando a sinistra entriamo nella
corte di alcune abitazioni. Da questo slargo possiamo seguire una
mulattiera tra gli ulivi che in breve ci conduce alla chiesa di San
Nicolò.
La collina alle spalle della chiesa era conosciuta, localmente, con il
nome di Monte Pelato
(foto 1), ricordando così che fino agli anni cinquanta era
un'altura brulla. In seguito fu rimboschita con conifere.
Torniamo al punto in cui abbiamo deviato per San Nicolò. Ci manteniamo
sulla strada asfaltata e, al termine del tratto pianeggiante, invece di
scendere su quella che ormai è la strada principale, prendiamo un
diverticolo che sale a sinistra. Superiamo un'erta salita, per un tratto
scalinata.
Proseguiamo. Superiamo un borghetto e, attraversata la strada asfaltata,
che scende all'abitato più esteso, arriviamo ad un altro piccolo nucleo
di abitazioni. Tra queste notiamo una piccola cappella privata (croce
sulla porta) che è parte integrante della relativa residenza.
Alla fine di questo gruppetto di case la strada diventa un sentiero
transitabile a piedi che percorriamo sino a superare un fosso.
Raggiungiamo una strada sterrata ma transitabile, e transitata, con
automezzi. Ai bordi della viabilità, principale e secondaria, è
possibile trovare piante del velenoso cocomero asinino.
Scendiamo per un breve tratto, quindi giriamo a sinistra al primo bivio
ed entriamo in un altro piccolo borgo. Lo attraversiamo ammirando un'edicoletta
inserita, ad angolo, sul muro di un'abitazione. All'uscita del paesino
giriamo subito a sinistra e in breve giungiamo alla chiesa di San
Donato (foto chiesa di San Donato 1, 2), recentemente, in parte, restaurata (m 343 s.l.m. rilievo
cartografico).
Il percorso prosegue attraversando la strada asfaltata che sale verso
Santa Maria in Valle e Trevi, prendendo la strada bianca che abbiamo
proprio di fronte a noi. Sulla destra di questa ammiriamo delle grandi
querce. La strada appena iniziata ci conduce ad un insieme di case che
dovevano essere note come Case Tiritosti, nome che ancora oggi
contraddistingue la via. Giunti ad un piccolo incrocio voltiamo
nuovamente a sinistra. Fatti pochi passi, avanti a noi, oltre la strada
asfaltata, intravediamo la piccola chiesa di S. Andrea
(m 319 s.l.m. rilievo cartografico - foto chiesa di Sant'Andrea 1). In breve la raggiungiamo.
Proseguiamo e raggiungiamo Collecchio, il nucleo
principale della frazione di Santa Maria in Valle.
Saliamo a sinistra per strada asfaltata e giungiamo alla chiesa
parrocchiale, poco sotto il cimitero. Giriamo a destra nella corte della
chiesa e ci dirigiamo verso Malborghetto, alla cui sinistra è visibile
una vecchia fonte, che forse è da identificare con quella che nelle
testimonianze più antiche è chiamata "fonte di S. Severino". Da qui, scendendo, potremmo raggiungere la chiesa di
San Pietro al Pettine (foto chiesa di San Pietro al Pettine 1,
2).
Proseguiamo sino ad una edicola posta all'incrocio della strada per Trevi.
Si tratta della così detta "Pittura dello scrimo", nome che deriva dalla
posizione sullo "scrimo" del colle di S. Martino, lungo la strada romana
che da Trevi scende verso Foligno, in corrispondenza dell'incrocio con
il diverticolo di monte della stessa viabilità, che abbiamo appena
percorso. La maestà ha tetto a due
spioventi; al centro della parete di fondo è ben evidente il
distacco dell'antica pittura, di cui si notano ormai solo pochi resti,
sostituita da un quadro a stampa della SS. Icone di
Spoleto.
Voltiamo a sinistra, in salita, ed in breve arriviamo al
capoluogo municipale, abbarbicato, per gran parte, su uno sperone di
calcare massiccio.
Prima di Malborghetto c'è anche la possibilità di prendere un'erta
viuzza che fiancheggia una vecchia villa, Villa Plini, che ci permette
di raggiungere il convento di San Martino, la "Passeggiata" omonima e,
con questa, Trevi. Lungo l'erta salita, incontriamo sulla sinistra il
portale d'ingresso del parco di Villa Plini. Sulla nicchia posta sopra
il portale, vi è una bella figura della Madonna col Bambino in atto di
essere incoronata da due angeli; ai lati dell'immagine principale vi
sono due raffigurazioni non più leggibili. L'iconografia si può
probabilmente far risalire, al pari della villa, al XVI secolo. Ancora
oggi questo angolo del nostro territorio conserva un affascinante
equilibrio tra le opere dell'uomo e l'ambiente circostante, che certo
richiama tempi ormai lontani.
Arriviamo così a Piazza Garibaldi, anticamente detta
Piazza del Lago.
Usciamo dal centro in direzione del cimitero (e dell'attiguo poligono di
tiro), in pratica in direzione di Bovara e Spoleto (via Orto degli
Spiriti) , e arriviamo alla strada provinciale conosciuta come "La
Panoramica". Questa collega Santa Maria in Valle a Trevi, supera a
monte il capoluogo e prosegue verso Bovara e Pigge.
Continuiamo lungo questa arteria e oltrepassiamo, lasciandola a
sinistra, la deviazione per il cimitero, località I Cappuccini, ove
possiamo ancora ammirare una bella lecceta.
A monte si notano dei
ruderi, resti dell'antica chiesa di Santa
Caterina. Con una breve digressione possiamo raggiungerli per
ammirare l'affresco ancora presente al suo interno.
Poco dopo, prendiamo sulla sinistra una carrareccia che entra negli
oliveti e conduce a delle abitazioni. Superiamo una caratteristica
vecchia casa circondata da alti muri e continuiamo lungo la carrareccia.
Ben presto la via si fa meno larga e una catena talvolta ne sbarra il
passaggio agli autoveicoli. Si tratta di una
strada vicinale, detta "dei
Condotti" ("Vicinale dei Condotti" foto 1, 2)
riportata in mappa. Lungo la stessa, sono visibili i resti (foto 1, 2, 3)
del vecchio acquedotto da cui trae il nome.
Giunti all'altezza di un edificio con torre (quota cartografica circa m
423 s.l.m.), la stradina si riduce ulteriormente. Diviene un sentiero
che gira a mezza costa, intorno al colle, e ci conduce in breve al Fosso
Nasciano.
Lo attraversiamo e prendiamo a sinistra la
larga
strada sterrata con la quale saliamo, senza deviazioni, alla
chiesa di
Sant'Arcangelo.
Poco prima di arrivare a Sant'Arcangelo, sotto
strada, troviamo una sorgente con una edicola, conosciuta come la
Madonna di Sant'Arcangelo. La chiesa si trova alla quota cartografica di
m 551 s.l.m. Presso la parrocchia di Pigge potremo avere le
informazioni necessarie per visitare questa interessante costruzione.
Annessa alla chiesa vi è un vecchio convento in parte restaurato.
Da Sant'Arcangelo possiamo scendere a Pigge seguendo
il sentiero segnato dalla sezione spoletina del C.A.I. In alternativa,
suggeriamo di tornare leggermente indietro e prendere, al primo bivio
subito a monte della chiesa, la strada che sale verso la località
Pisciarelli. Specie all'inizio, la salita è erta e faticosa.
Attraversiamo il fosso omonimo e, superata costa
Mosconi, raggiungiamo l'incrocio con una comoda carrareccia.
Al bivio (quota m 772 ca. s.l.m.) prendiamo a destra,
in discesa. Oltrepassiamo una recinzione mediante apposito cancello e
continuiamo a scendere.
Sorpassata la Madonnuccia (edicola visibile sulla strada, alla quota di
circa m 524 s.l.m.), incrociamo sulla sinistra un sentiero. Lo prendiamo
e seguendolo giungiamo all'Ospiziolo.
Continuando, arriviamo al Convento (Conventino
di Sant'Antonio Abate in comune di Campello
- foto 1,
2, 3, 4).
Due sentieri, che si riuniscono nella sottostante pineta ricca di pino
d'aleppo, ci consentono, entrambi, di arrivare a un gruppetto di case e
quindi a la Cura. Il primo sentiero parte poco sotto l'Ospiziolo e
supera con stretti tornanti il dislivello da coprire; l'altro scende dal
convento più dolcemente.
Presso il cimitero di Pigge, in località la Cura, troviamo un'antica
chiesa dedicata a San Bernardino da Siena (ex parrocchiale).
Prendiamo, ora, la strada di fronte al Cimitero, in prossimità del
serbatoio dell'acquedotto. Proseguiamo lungo la strada vicinale
Pigge-Mascio e giungiamo ad un vecchio nucleo di abitazioni, Alvanischio,
e quindi a Bovara.
Qui possiamo ammirare un'importante abbazia con annessa chiesa, dedicata
a San Pietro. Poco a valle dell'abitato di Bovara, in un uliveto prossimo alla strada,
troviamo l'olivo di Sant'Emiliano
(di cui parliamo diffusamente nella nota, sopra riportata, dedicata a
Bovara).
Il percorso proposto è percorribile anche in
rampichino, ovviamente nel tratto di discesa dal Convento di Pigge a la
Cura è necessario prendere il sentiero più dolce, evitando quello che
parte da l'Ospiziolo. Ricordiamo che alcuni tratti, anche se su strada,
sono molto pendenti e con fondo sconnesso e sassoso. In questi casi è
necessaria la massima attenzione. Tra tutti, evidenziamo la salita a
monte della chiesa di Sant'Arcangelo. Ricordiamo, inoltre, la porzione
finale del sentiero dei condotti (lo stradellino in quest'ultimo caso è
strettissimo e verso valle c'è un salto di vari metri e qualche buca
laddove la volta del condotto è crollata).
Il dislivello in salita è di circa m 540 e il tempo
di percorrenza dalla Torre di Matigge a Bovara, a piedi, è di circa
5 ore. |
Un'informazione ulteriore: volendo tornare a Trevi da Bovara si può
risalire ad Alvanischio (ultima casa del paese). Da qui si segue la
strada che ritorna a Pigge, per poi prendere, sulla sinistra, una
carrareccia che salendo tra gli olivi riporta all'incrocio tra il Fosso
di Nasciano e la Vicinale dei Condotti, che abbiamo già percorso
all'andata.
Annotiamo, infine, che, per non appesantire eccessivamente la narrativa
di questo percorso, già così farcito di notizie varie, non abbiamo
descritto tutti i fiori che possiamo trovare lungo lo stesso. Nelle
schede tematiche, presenti a fondo testo, abbiamo segnalato l'eventuale
rilevamento lungo questo primo itinerario della specie illustrata.
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