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(Aesculus hippocastanum L.),
della famiglia delle Ippocastanacee |
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è un albero che raggiunge e supera i 25 m di altezza.
Ha chioma espansa, larga 8-10 m di diametro, molto fitta. Le
foglie sono decidue, palmatosette, portate da un lungo
picciolo. I fiori con corolle bianche a cinque petali,
formano pannocchie lunghe oltre 25 cm ed erette. Il frutto
dell'ippocastano è una capsula da ovale a tonda di 3-6 cm
con epicarpo spinoso; contiene da 1 a 3 semi definiti
popolarmente castagne indiane. |
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è necessario prestare particolare attenzione che i bambini
non mangino i semi dell'ippocastano (peraltro amarissimi), come detto piuttosto simili alle castagne
commestibili:
la presenza di saponine e bioflavonoidi li rendono, infatti,
estremamente pericolosi. Anche negli adulti sono conosciute
forme di intolleranza verso l'ippocastano usato per via
interna (ad esempio nella cura di emorroidi e flebiti). |
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L'ippocastano fu introdotto in Europa
circa 4 secoli or sono, dai boschi della Macedonia. Si è diffuso come pianta ornamentale
per la bellezza del portamento, imponente, maestoso, in
grado di assicurare un'ombra ampia e ricca. Non tollera la
siccità intensa, è facilmente soggetto a "malattie" in
presenza di agenti inquinanti. In questo caso, infatti, si
arrossano i margini fogliari fino al disseccamento della
lamina. Alla fine del XIX secolo il medico francese De Vevey
scoprì i principi che rendono questa specie utile nella cura
delle malattie della circolazione venosa. |
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